Pd allo sbando, Renzi lavora alla nuova governance del partito

Pd allo sbando, Renzi lavora alla nuova governance del partito
9 giugno 2016

di Giuseppe Novelli

Ancora “è presto” per sapere come Matteo Renzi interverrà sull’assetto del Pd, prima c’è da aspettare il risultato dei ballottaggi. Ma qualche ipotesi già circola nell’entourage del premier. Renzi, a “Otto e mezzo”, ha detto che dopo il secondo turno delle comunali interverrà “con il lanciafiamme” sulla struttura del partito, in primo luogo sui territori (a partire da Napoli) in cui si sono registrati i maggiori problemi. Ma a cambiare sarà anche la struttura del partito, in una azienda si direbbe la “governance”, nel segno di una maggiore “presa” sul Pd. Non cambieranno i due vicesegretari: Renzi, sempre nello studio di Lilli Gruber, ha assicurato che “non ci sarà un vicesegretario unico. I problemi del Pd non li risolvi con uno o due vicesegretari, è una cosa molto autoreferenziale”.

L’attuale forma della segreteria, però, è la convinzione del premier e dei vertici Dem, non funziona. “La segreteria viene convocata una volta ogni qualche mese – spiega un parlamentare renziano di prima fascia -, tutti i membri sono parlamentari e oggettivamente non c’è tempo per seguire l’attività parlamentare e il partito. Si possono lasciare come adesso i dipartimenti, ma su alcuni temi servono figure che lavorano a tempo pieno. Non serve una segreteria allargata come ai tempi di Bersani, bastano cinque persone, ma con un impegno univoco sul Pd. Alcuni settori non possono essere presidiati part-time, pur con tutto l’impegno degli attuali membri della segreteria”.

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In particolare “su fronti strategici come l’organizzazione, il tesseramento, i rapporti con gli enti locali servono figure che si dedichino a tempo pieno al proprio settore, girando l’Italia, incontrando i rappresentanti locali, gli amministratori, i sindaci”. Se sarà scelta questa strada, ci sarà da selezionare una nuova classe dirigente. “Bisogna premiare quelli che lavorano, che vanno ai tavolini, non quelli che pensano solo alla propria carriera”, ha detto sempre a “Otto e mezzo” Renzi. Pescando, dunque, più figure di giovani emergenti a livello locale che pezzi della “nomenklatura” Dem. Da questo punto di vista, appare difficile che il premier-segretario decida di rimescolare semplicemente la segreteria, aprendo alla minoranza e puntando a un organismo “di unità”. “Non credo che lo farà – conclude il parlamentare – non serve una segreteria ‘politica’ ma una struttura operativa più efficiente”. Ipotesi, al momento. Perché comunque una vittoria o una sconfitta ai ballottaggi determinerà la “potenza” del lanciafiamme.

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