Monte dei Paschi di Siena, con bond raccolto 1 miliardo. Salvataggio più vicino

Monte dei Paschi di Siena, con bond raccolto 1 miliardo. Salvataggio più vicino
3 dicembre 2016

Il primo tassello per il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena è andato al posto giusto, con la conversione in azioni Mps di 10 bond che alla scadenza delle 16 di ieri ha superato – su un ammontare complessivo degli strumenti oggetto dell’offerta pari a quasi 4,3 miliardi – la soglia minima che si era prefissato l’istituto: un miliardo di euro. I dati definitivi saranno comunque resi noti lunedì prossimo, quando cioè “tutte le adesioni ricevute entro il periodo di adesione saranno state processate, nei tempi tecnici del caso”. L’operazione è uno dei tre pilastri su cui ruota l’intera impalcatura del piano elaborato da Jp Morgan e Mediobanca e affidato all’amministratore delegato Marco Morelli per mettere in sicurezza la banca più antica del mondo.

Il buon esito della conversione schiude le porte anche per far andare al posto giusto il secondo tassello del progetto: l’ingresso di uno o più anchor investor. In prima fila c’è il fondo sovrano del Qatar (Qia) che, entro lunedì, potrebbe formalizzare un accordo, seppur non vincolante, mettendo sul piatto fino a un miliardo di euro. Sullo sfondo, la partecipazione di altri 3-4 primari investitori – si parla tra gli altri di Blackrock e Paulson – che potrebbero apportare tra i 150-250 milioni ciascuno. Di questo, comunque, se ne discuterà in un cda che si riunirà martedì a Siena, dopo aver quindi verificato lunedì la reazione dei mercati al risultato del referendum costituzionale del 4 dicembre: se tutto fila liscio, come sembra emergere dall’esito della conversione e dalle trattative con i fondi internazionali, si potrebbe arrivare alla firma del contratto con il consorzio di banche e deliberare l’aumento di capitale (il terzo pilastro) in modo che possa chiudersi entro la fine dell’anno, rispettando in pieno la tabella di marcia studiata dal management della banca. Il tutto sembra dunque scongiurare qualsiasi ipotesi di bail in e di un intervento dello Stato, che non è affatto “all’ordine del giorno”, come ha dichiarato il sottosegretario al ministero dell’Economia, Paola De Micheli. Un altro segnale di fiducia, del resto, era arrivato dal socio e storico partner Axa che alla vigilia aveva rinnovato per altri dieci anni, fino al 2027, la partnership bancassicurativa sottoscritta nel 2007.

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