L’affondo di Tajani: l’Italia firma e poi vuole cambiare Trattati

L’affondo di Tajani: l’Italia firma e poi vuole cambiare Trattati
Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani
10 luglio 2017

“Intanto c’e’ stata una sottovalutazione del problema, anche da parte italiana, poi dobbiamo ricordare che c’e’ un Trattato sottoscritto, dall’Italia, che prevede che tutte le persone salvate in mare, portate da altre navi, possono venire in Italia. Oggi il ministro dell’Interno pensa che si debba modificare quel Trattato noi, pero’, prima facciamo gli errori e poi cerchiamo sempre di chiedere di cambiare le cose. Questa e’ un po’ una sottovalutazione che l’Italia fa, e non considera quello che dovrebbe fare al meglio”. E’ Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, in una trasmissione radiofonica, inquadra cosi’ la battaglia sul dossier migranti e ricorda che questo meccanismo “e’ successo col Fiscal Compact e ora si chiedere di cambiarlo”, perche’ “prima si firmano i Trattati poi, certamente si possono sempre cambiare, ma non si puo’ chiudere la stalla quando i buoi sono scappati”. “La questione e’ complessa perche’ poi c’e’ anche la possibilita’ dell’aiutiamoli a casa loro, ma c’e’ qualcuno che se mandiamo i soldi li’ – prosegue – i soldi arrivano in mano a pochi e i poveracci restano sempre in condizioni pessime. Sembra un po’ un gatto che si morde la coda”. “Io – rileva ancora Tajani – credo che ci siano tre problemi diversi da risolvere: uno che riguarda i rifugiati, coloro che fuggono da guerre e che sono perseguitati politici e che sono un numero ridotto. Il Parlamento Europeo e’ stato molto duro sulla questione dei rifugiati, ha chiesto a tutti i paesi dell’unione europea di rispettare gli impegni presi per i ricollocamenti”.

Leggi anche:
Relatrice Onu accusa Israele di "genocidio" e "pulizia etnica". Negoziati in corso a Doha

Ancora Tajani. “La Commissione Europea ha seguito le indicazioni del parlamento e ha aperto una procedura di infrazione nei confronti di tre Paesi, Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia che non stanno rispettando le regole e non stanno ricollocando i rifugiati che sono adesso in Italia e Grecia. Poi c’e’ un problema di richiedenti asilo, sempre rifugiati, che non possono continuare a girare per l’Europa cercando un Paese che riconosca loro il diritto di asilo: ci devono essere regole uguali per tutti e il Parlamento Europeo sta andando avanti nella giusta direzione e io mi auguro che anche gli Stati membri procedano con la stessa rapidita’. Altra questione sono gli immigrati economici. Noi stiamo affrontando un primo esodo dall’Africa di migliaia di persone, e’ difficile risolverlo per una serie di errori commessi, di sottovalutazioni sia italiane che europee”. “Terzo problema – e’ ancora il ragionamento di Tajani – e’ quello che accadra’ nei prossimi anni: se non interveniamo in Africa oggi avremo milioni di persone che si sposteranno dal sud verso il nord. Crescita demografica nettamente superiore a quella occidentale, cambiamento climatico, il deserto del Sahara si sta mangiando ettari di terreno coltivato, Boko Haram, l’organizzazione terroristica che semina morte e distruzione in una parte dell’Africa subsahariana colpendo indistintamente cristiani e musulmani che non si vogliono assoggettare, situazione di instabilita’ in molti paesi come nel Congo, situazioni di siccita’ e carestia, pensiamo alla Somalia e al Sud Sudan”.

Leggi anche:
Test psicoattitudinali per aspiranti magistrati: una svolta controversa

In sostanza, per il presidente del parlamento europeo, “c’e’ un insieme di cose che rischia di far diventare la situazione sempre piu’ esplosiva, ed e’ vero che non bisogna pensare di risolvere il problema dando i soldi a ditattorelli locali, ecco perche’ serve un intervento delle Nazioni Unite e delle organizzazioni internazionali perche’ i soldi che l’Europa dovra’ destinare inevitabilmente, molti di piu’ di quelli che destina oggi e l’Italia dovra’ fare la sua parte, dovranno essere spesi nella giusta direzione, cioe’ investiti per combattere la poverta’, per favorire la crescita, per risolvere il problema del cambiamento climatico, e da questo punto di vista possiamo utilizzare anche i sofisticati sistemi satellitari della UE”. “Abbiamo dei sistemi satellitari per l’osservazione della Terra, ma anche che permettono di vedere come si spostano i flussi migratori, barca per barca, porto per porto, quindi – e’ ancora il presidente dell’Europarlamento a ricordarlo – si possono fermare con un giusto accordo con i Paesi africani del nord, ma anche dell’Africa sub sahariana, certamente serve investire. Il Parlamento Europeo ha fatto una proposta: ci sono sei miliardi e mezzo di fondi europei che sono quelli non utilizzati dai vari Paesi per i fondi strutturali, sono dei soldi che sono a bilancio e, invece di restituirli ai singoli Paesi, abbiamo proposto di riutilizzarli per riaccompagnare o ricollocare rifugiati o accompagnare immigrati che non sono in regola nei loro Paesi”.

Leggi anche:
Relatrice Onu accusa Israele di "genocidio" e "pulizia etnica". Negoziati in corso a Doha

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti