Il 4 dicembre ArcelorMittal chiude lo stabilimento di Taranto. Allarme sindacati: “Situazione ancor più drammatica”

15 novembre 2019

Sarà completata entro il 4 dicembre prossimo la retrocessione dei rami d’azienda di Taranto. Lo conferma ArcelorMittal in una lettera che ha come oggetto la “sospensione dell’esercizio dello stabilimento siderurgico operato da ArcelorMittal e la parziale sospensione dell’esercizio della centrale elettrica operata da ArcelorMittal Italy Energy”.

Nella missiva, inviata, tra gli altri al ministero dell’Interno, Ambiente, Regione Puglia e Prefettura e Comune di Taranto, si comunica che “saranno avviate le attività finalizzate all’ordinate e graduale sospensione dell’esercizio dello stabilimento siderurgico di Taranto operate con modalità atte a preservare la integrità degli impianti in pendenza della retrocessione dei rami d’azienda”. “ArcelorMittal conferma che esaurito il percorso previsto dall’art.47 il 3 dicembre, dal giorno successivo, quindi il quattro del mese, non sara’ lei a proseguire il piano di spegnimento e spettera’ all’amministrazione straordinaria – afferma il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli -. E’ chiaro che se per il 4 dicembre l’Ilva in amministrazione straordinaria non riassumera’ celermente tutto il personale – dice – la situazione diventera’ ancora piu’ drammatica”.

Intanto, i legali dei commissari dell’ex Ilva hanno depositato il ricorso cautelare e d’urgenza, ex articolo 700, contro la causa promossa da Arcelor Mittal per il recesso del contratto d’affitto dello stabilimento con base a Taranto. Il procedimento sara’ trattato dal presidente della sezione A specializzata in materia di imprese, Claudio Marangoni. La procura di Milano, dal canto suo, ha “proceduto all’iscrizione di un fascicolo modello 45 per verificare la eventuale sussistenza di ipotesi di reato” sul caso ArcelorMittal-ex Ilva. Gli accertamenti preliminari sono affidati alla Guardia di finanza di Milano. “Il procedimento è stato assegnato – si legge in una nota – ai dott. Romanelli, Civardi e Clerici”.

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