I 5 stelle e il lavoro in nero, pure papà Dibba fa mea culpa

I 5 stelle e il lavoro in nero, pure papà Dibba fa mea culpa
Vittorio e Alessandro Di Battista
28 gennaio 2019

Ammette che “non si deve fare, ma a volte si è costretti”. E così, Vittorio Di Battista, si serve di Facebook per comunicare al mondo intero di aver chiesto “scusa” al figlio 5stelle Alessandro per aver pagato a nero un lavoratore dell’azienda di famiglia, la Di.Bi Tec di Roma. Sarebbe stato anche giusto, chiedere scusa a quei lavoratori e imprenditori che, invece, tasse e contributi li pagano. Il “nero” stanato dalla trasmissione ‘Le Iene’ nell’azienda dei Di Battista non è una questione né personale, né familiare tra padre e figlio. Chi non paga i tributi danneggia l’intera comunità e non certo il figlio o l’amico. “Ringrazio Alessandro per le sue parole. Lo ringrazio per la sua sincerità, per la sua onestà, per il suo rigore e per l’affetto che traspare dal suo messaggio”, scrive su Facebook il camerata dichiarato Vittorio Di Battista.

Stesso Facebook usato in modo strategico meno di ventiquattro ore prima dal figlio, Alessandro, per anticipare lo scoop de ‘Le Iene’ pronto per essere irradiato dalle antenne di Italia1. Di Battista figlio, quindi, è corso ai ripari registrando un video con il quale sostiene di essere venuto a conoscenza da poco della vicenda del padre che ha pagato un dipendente a nero. Il resto è già noto. “Lo ringrazio e confermo – prosegue papà Vittorio -. Confermo quanto ho detto all’inviato de ‘Le Iene’. Negli ultimi tempi mi sono dovuto avvalere di un collaboratore in ‘nero’”. Lo ribadisce più volte il “non si deve fare” ma, allo stesso tempo, ammette che “a volte, tante volte, l’alternativa è la cessazione di una attività. Scusami, Ale”.

Insomma, dopo il papà di Luigi Di Maio, che sempre su Facebook ha chiesto scusa per aver pagato dei lavoratori a nero, ora anche il papà di Alessandro Di Battista recita lo stesso copione. Il fatto è che nell’azienda dei Di Battista le cose non vanno assolutamente bene, e non certo per quel lavoratore retribuito in nero dal papà del 5stelle Alessandro. Ma perché il bilancio aziendale, oramai noto da tempo all’opinione pubblica, fa acqua da più parti. In soldoni, la Di.Bi.Tec srl, che commercializza apparecchi sanitari a motore, sarebbe oggi oberata di debiti verso le banche (151.578 euro), i fornitori (135.373 euro) e perfino i due dipendenti che risultano dall’esame della visura camerale (53.370 euro).

Lo stesso pentastellato Di Battista ha ammesso, sempre su Facebook, che “sì, la nostra azienda va avanti con enormi difficoltà”, confermando dunque le “difficoltà”. Vittorio Di Battista, che è presidente del consiglio di amministrazione della Di.Bi Tec, possiede il venti per cento di quote della società; Alessandro Di Battista, trenta per cento; Maria Teresa Di Battista, trenta per cento; Leonardo Salvini, quindici per cento; Carmela Traversari, cinque per cento. “Sì, lui sostiene di averlo scoperto tre giorni fa che l’azienda di famiglia aveva un lavoratore in nero – afferma la Iena, Filippo Roma, all’Adnkronos – ma Alessandro Di Battista è socio al 30% della società ed è membro del cda, quindi ha delle responsabilità civili nei confronti di chi lavora nell’azienda di famiglia. E quel lavoratore è attualmente in nero”. E, intanto, in queste ore, Alessandro Di Battista ha avviato un tour de force tra i media sparando a zero su tutti e su tutto per far sciogliere la vicenda di papà come neve al sole. E di comunicazione, i 5 stelle, ne sanno qualcosa.

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