I 50 anni del web tra cyberbullismo e dipendenza

29 ottobre 2019

Al giro di boa dei 50 anni la rete e si mette allo specchio per un primo bilancio soprattutto sui rischi. “Gli adolescenti hanno la tendenza a trascorrere molto tempo davanti a un computer o con un telefono in mano: la banca dati Istat ‘Giovani.Stat’ informa che oltre l’80% dei ragazzi tra i 15 e i 17 anni usa il computer e più del 30% lo fa tutti i giorni. Ma la straordinaria opportunità di stabilire connessioni può paradossalmente avere anche un effetto opposto: quello di isolare l’utente. E in certi casi metterlo nei guai”. A ricordarlo sono gli esperti di ‘Dottore, ma è vero che…?’, con un articolo sul portale promosso dalla Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo) per smontare le fake news.

“Internet, infatti, non è stato creato pensando ai più giovani e alla loro inesperienza, legata principalmente all’età, come lo sono anche il bisogno di sperimentarsi e la non comprensione delle dinamiche di funzionamento degli strumenti che utilizzano: tutti elementi che possono aumentare la sovraesposizione e la vulnerabilità degli adolescenti – proseguono gli esperti – L’assenza della presenza fisica e un supposto anonimato, la mancanza di limiti spazio temporali, la velocità di comunicazione a distanza, possono favorire lo scambio relazionale e affettivo, ma possono, in alcuni casi, anche portare ad amplificare aggressività e forme di violenza tra pari”. Si sente parlare sempre più spesso di cyberbullismo, un termine che intende un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, e-mail, chat room, siti web, telefonate).

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“L’obiettivo è provocare danni a un coetaneo incapace di difendersi. Secondo il rapporto di Save the children il 10% dei ragazzi intervistati è stato vittima di bullismo online o offline, il 6% è stato vittima di cyberbullismo e il 19% ha assistito su Internet a episodi di prepotenza e sopraffazione”, ricorda ‘Dottore, ma è vero che…?’. Per gli adolescenti è a rischio anche la sfera della sessualità? “Internet e le tecnologie digitali facilitano la sperimentazione di sé e l’instaurarsi di nuove relazioni anche a sfondo sessuale – rispondono gli esperti – Spesso, però, queste opportunità possono tramutarsi in comportamenti rischiosi con serie conseguenze, anche tra gli adolescenti. Il 42% delle ragazze chatta spesso con qualcuno conosciuto sul web e al 14,5% è capitato di scoprire che qualcuno con cui si è entrati in contatto in Internet non era la persona che diceva di essere e utilizzava una falsa identità”. Chiamati a esprimere la propria opinione in merito, gli adolescenti i intervistati da Save the Children “ritengono sia abbastanza diffusa tra i propri amici l’esposizione e la condivisione di immagini con riferimenti sessuali”. Ricevere messaggi contenenti riferimenti al sesso è ritenuta un’abitudine diffusa tra i propri amici per il 28,8% delle ragazze e per il 38,8% dei ragazzi. Inoltre, il 19,5% delle ragazze e il 23,8% dei ragazzi adolescenti pensano che tra gli amici avvenga la condivisione di video o fotografie in cui si è seminudi o nudi per ricevere in cambio regali.

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“I genitori dovrebbero vigilare sulla percezione che i ragazzi hanno in merito alla sicurezza online. Dallo stesso rapporto prima citato, infatti, emerge che alla domanda ‘Condividere materiale intimo e riservato destinato a restare in una cerchia ristretta è sicuro?’ il 25,9% delle ragazze e il 32,2% dei ragazzi ritiene che sia ‘sempre sicuro, tanto lo fanno tutti’, mentre il 37,8% delle ragazze e il 42% dei ragazzi pensano che sia ‘sicuro solo se lo restringi a una o più persone di cui ti fidi anche se non le conosci di persona’ – evidenziano gli esperti – Percentuali che aumentano se il materiale intimo viene condiviso tra conoscenti: la metà dei ragazzi è d’accordo che sia ‘sicuro solo se conosci personalmente la/le persona/e con cui lo condividi’. Si dovrebbe quindi impedire l’accesso a internet ai figli? “Bloccare l’accesso a internet a un ragazzo, oltre che dannoso, costituisce un compito praticamente impossibile – rispondono gli esperti del sito ‘Dottore, ma è vero che…?’ – È indubbio tuttavia che l’utilizzo delle diverse potenzialità di Internet richieda consapevolezza e maturità. Una situazione che mette un genitore di fronte al compito di contribuire a costruire le condizioni per cui tale maturità può essere raggiunta e per monitorarne e valutarne l’evoluzione. L’importante, quindi, è che i genitori educhino i ragazzi a un uso corretto della rete seguendo delle linee guida in base all’età”.

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