Cantone: “In Sicilia sistema rifiuti ha tante criticità”. E sugli appalti bacchetta l’Ars: “Alcuni interventi finiscono per produrre complicazioni”

Cantone: “In Sicilia sistema rifiuti ha tante criticità”. E sugli appalti bacchetta l’Ars: “Alcuni interventi finiscono per produrre complicazioni”
1 dicembre 2015

Trasparenza, troppe stazioni appaltanti e un sistema rifiuti che “soffre di una serie di criticità”. Per non parlare della bacchettata al parlamento siciliano in merito agli “interventi legislativi regionali in materia di appalti che finiscono per produrre complicazioni”. E’ un Raffaele Cantone a tutto campo quello di oggi in audizione presso la commissione Antimafia all’Ars. Partendo proprio dalla trasparenza, per il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, “è importante ma, non e’ un bene che ci sia assenza di notizie, come le stesse notizie non devono essere troppe”. In altri termini, “bisogna puntare sulla qualita’ e pubblicare solo le notizie utili e importanti. Una trasparenza di qualita’ che permetta di conoscere le informazioni sugli amministratori, a partire dai compensi. Occorre semplificare le informazioni e renderle sempre piu’ chiare”. Poi c’è la questione dei controlli che “sulla Pubblica amministrazione sono pochi”.”Io credo che uno strumento utile sul piano dei controlli – dice – potrebbe essere che la legislazione anticorruzione individuasse responsabili della prevenzione della corruzione con una propria autonomia e indipendenza”. Insomma, “il sistema di controllo non funziona affatto, non e’ indipendente. E cosi’ si arriva al paradosso che tanti controllori che hanno subito condanne non sono stati espulsi o addirittura hanno fatto carriera”. “Se un amministratore entro novanta giorni del suo insediamento non osserva le norme sulla trasparenza, deve essere dichiarato decaduto – tuona invece il presidente della commissione regionale antimafia Nello Musumeci -. Questa e’ una Regione dove troppo spesso viene elusa l’osservanza e il rispetto delle norme anticorruzione, non solo nella pubblica amministrazione, nelle partecipate, negli enti locali, ma anche nel settore sanitario, dove si acquistano beni per centinaia di migliaia di euro senza gare e con affidamento diretto. E’ chiaro chi sbaglia deve pagare”.

LA CORRUZIONE “In Sicilia c’e’ un grande interesse a capire e un approccio critico e molto costruttivo rispetto a una legislazione che fa fatica a partire proprio dalla legislazione anticorruzione. La Commissione antimafia e’ uno stimolo a capire, sia sul piano nazionale sia sul piano regionale”, evidenzia Cantone. “Sul tema della corruzione abbiamo aperto moltissimi fronti che riguardano la Sicilia e siamo d’accordo con la Commissione che spesso il livello di trasparenza degli Enti pubblici non e’ alla pari di molte realta’ italiane, e su questo punto credo che bisogna far capire l’importanza della trasparenza, che non e’ solo un fatto di negligenza ma di sottovalutazione culturale”.

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GLI APPALTI “Il sistema generale dei controlli sui meccanismi degli appalti lascia a desiderare” tuona Cantone. I controlli, pero’, sono complicati dal sistema di aggiudicazione degli appalti: “Oggi non sappiamo quante sono le stazioni appaltanti in Italia. Solo a Roma ci sono cento stazioni appaltanti, cento centri di costo che possono spendere e che diventano incontrollabili. Il nuovo codice degli appalti riduce i centri decisionali e i centri di costo in pochi centri di aggregazione, che sono piu’ facili da controllare”.

I RIFIUTI “Faremo una delibera sui rifiuti: il sistema in Sicilia soffre di una serie di criticita’. Sull’argomento abbiamo tenuto una serie di audizioni a cui hanno preso parte l’assessore all’Energia e il presidente dell’Anci Sicilia che e’ anche sindaco di Palermo Leoluca Orlando – annuncia Cantone -. Abbiamo verificato che non sempre vige il rispetto delle norme sugli appalti. Il sistema di proroga degli Ato sta finendo per creare qualche problema. Intendiamo pronunciarci su questo punto con un provvedimento che rivisiti l’intera situazione, che e’ cosi’ complessa che si fa fatica a capire da dove partire”.

LA BACCHETTATA “Gli interventi legislativi regionali in materia di appalti finiscono per produrre complicazioni. Si tratta di una materia di competenza esclusiva dello Stato centrale. Il sistema messo in campo dalla legge rischiava di avere un effetto non del tutto comprensivo e di essere in contrasto con le regole della Ue, cosi’ siamo intervenuti con un parere”, puntella Cantone in riferimento alla legge siciliana sugli appalti impugnata alcune settimane fa dal Consiglio dei ministri.

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LA CONFISCA “Oggi deve cambiare la logica dell’utilizzo dei beni confiscati, dice il presidente dell’Autorita’ nazionale anticorruzione. In pratica, “se una villa confiscata a un boss viene abbandonata, l’impressione che diamo ai cittadini e’ che li’ dove la mafia portava ricchezza, lo Stato porta poverta’. I beni confiscati vanno utilizzati meglio creando meccanismi di grande trasparenza. Pochi giorni dopo l’insediamento ho chiesto al ministro della Giustizia di fare il decreto sui compensi dei commissari giudiziari. Cosa che e’ avvenuta, perche’ anche quello e’ uno dei temi sensibili. Non bisogna dare l’impressione che dove la mafia faceva affari, lo faccia anche lo Stato”.

LA COOPERATIVA “Abbiamo verificato un dato che abbiamo anche segnalato agli uffici giudiziari, anche se vorrei evitare di entrare su dati specifici. In molte Asp della Regione Siciliana ha vinto la stessa cooperativa – sottolinea – con sistemi di acquisizione della gara che hanno lasciato alcune perplessità”. L’Anac, infatti, sta tenendo sotto osservazione alcuni appalti del servizio di assistenza domiciliare integrata agli anziani disabili. “Ovviamente faremo un nostro provvedimento in cui contesteremo nello specifico questi dati ma di queste notizie abbiamo informato le autorita’ giudiziarie competenti. Le cooperative che hanno vinto l’appalto – conclude – avevano dei riferimenti con uno dei gruppi coinvolti in Mafia Capitale”.

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