Giulio Regeni torturato prima di morire. L’Italia: indagine congiunta. Mattarella: fare luce sulla morte, non può rimanere impunita

Giulio Regeni torturato prima di morire. L’Italia: indagine congiunta. Mattarella: fare luce sulla morte, non può rimanere impunita
4 febbraio 2016

Orecchie mutilate, tagli, bruciature: ci sono “chiari segni di tortura” sul corpo di Giulio Regeni, il giovane italiano scomparso lo scorso 25 gennaio al Cairo e ritrovato cadavere nella periferia della capitale egiziana, sulla strada che porta ad Alessandria. Le indiscrezioni riportate dalla stampa locale sollevano sconcerto e dubbi su cosa sia accaduto al 28enne dottorando dell’Università di Cambridge, originario di Fiumicello, provincia di Udine. E oggi, confermando indirettamente la notizia della morte, la Farnesina ha convocato l’ambasciatore della Repubblica Araba d’Egitto Amr Mostafa Kamal Helmy. Su indicazione del ministro Paolo Gentiloni, il Segretario Generale della Farnesina Michele Valensise ha espresso “lo sconcerto del governo italiano per la tragica morte del giovane”, ha riferito una nota del dicastero. E Valensise ha messo in chiaro che “l’Italia si attende dalle autorità egiziane la massima collaborazione a tutti i livelli, alla luce della eccezionale gravità di quanto accaduto al nostro connazionale e dei tradizionali rapporti di amicizia e vicinanza tra i due Paesi”. Un diplomatico dell’ambasciata egiziana hanno detto al quotidiano Al Watan che “Roma riceverà presto tutte le informazioni”.

L’Italia, ha detto lo stesso Gentiloni da Londra, vuole che sia immediatamente avviata un’indagine congiunta “con la partecipazione di esperti italiani”. E secondo la versione in lingua araba della Bbc, un team di inquirenti italiani è atteso domani al Cairo. Helmy da parte sua ha espresso a nome del suo Paese profondo cordoglio per la morte di Regeni e ha assicurato che l’Egitto fornirà la massima collaborazione per individuare i responsabili di questo atto criminale, riferisce sempre la Farnesina. All’ambasciatore è stato poi chiesto un celere rimpatrio del corpo di Regeni, ma oggi si è appreso che la procura egiziana ha disposto il test del Dna per accertare oltre ogni ragionevole dubbio l’identità del cadavere del giovane, oltre all’autopsia, necessaria per capire la dinamica del decesso. Secondo il quotidiano egiziano “al Watan” sul corpo di Regeni sono stati rinvenuti chiaramente “segni di tortura”, ci sono i segni di 12 coltellate al petto e alle spalle, le orecchie sono state mutilate. Perchè? Decaduta la prima ipotesi fatta circolare, l’interrogativo rimane. Regeni, assicura chi lo ha conosciuto nel suo soggiorno in Egitto, non era coinvolto in attività politiche e la scomparsa nel giorno delle manifestazione per i cinque anni dalla rivoluzione contro l’allora presidente Hosni Mubarak potrebbe essere solo una coincidenza. La polizia aveva d’altronde fatto sapere che l’italiano – appassionato di Medio Oriente, premiato per i suoi studi- non era tra gli almeno 75 arrestati durante le proteste.

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, profondamente turbato dalla tragica morte di Giulio Regeni auspica che, attraverso la piena collaborazione delle autorità egiziane, sia fatta rapidamente piena luce sulla preoccupante dinamica degli avvenimenti, consentendo di assicurare alla giustizia i responsabili di un crimine così efferato, che non può rimanere impunito.

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