Bankitalia a lavoro, nelle case degli italiani oltre 1 miliardo di lire

Bankitalia a lavoro, nelle case degli italiani oltre 1 miliardo di lire
6 febbraio 2016

di Laura Della Pasqua

A distanza di tredici anni dall’entrata in vigore dell’euro, c’è ancora chi non riesce a separarsi dalle vecchie lire. Forse nostalgia o disattenzione, fatto sta che fino a due settimane fa, cioè da quando è stata riaperta la possibilità di fare il cambio in euro (il 22 gennaio), c’erano ancora nei cassetti degli italiani, oltre un miliardo di vecchie lire. È stato cambiato presso le filiali della Banca d’Italia per un controvalore di circa 564 mila euro. È come se 74 italiani avessero ancora in casa poco più di 13 milioni di lire, circa 7mila euro. In tutto sono state 74 le operazioni di cambio effettuate in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il decreto legge 201 del 2011 con il quale il termine per il cambio era stato anticipato dal 28 febbraio 2012 al 6 dicembre 2011. A renderlo noto è la Banca d’Italia. va ricordato che le monete in lire hanno cessato di avere corso legale il 28 febbraio 2002. A partire dalla pubblicazione della sentenza della Consulta sono state ricevute dall’Amministrazione centrale della Banca d’Italia circa 2.300 richieste di chiarimenti e segnalazioni, alcune delle quali indirizzate anche al ministero dell’Economia e delle Finanze. La Banca risponde individualmente a ciascuna richiesta, analizzando i diversi casi alla luce delle istruzioni operative ricevute. Finora è stato dato riscontro quasi alla metà delle comunicazioni pervenute.

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Nel dare esecuzione alla sentenza della Corte Costituzionale, il ministero dell’Economia e delle Finanze, per garantire certezza e trasparenza alle operazioni di conversione, ha esplicitamente previsto l’obbligo di dimostrare di aver presentato la richiesta di cambio tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012, specificandone l’importo. Come annunciato dal comunicato del 21 gennaio scorso, in base alla normativa vigente, la Banca d’Italia può pertanto procedere alla conversione delle lire solo se tale obbligo è rispettato. Operazioni di cambio che non soddisfino questa condizione, avanzate cioè da persone che non sono in grado di dimostrare di aver presentato una istanza di conversione entro i termini originari, non essendo previste nell’attuale quadro legislativo, richiedono l’introduzione di una nuova norma. La Banca d’Italia continua a prestare la propria collaborazione per gli approfondimenti giuridici e finanziari in corso presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ai sensi dei Trattati europei, la conversione può solo avvenire impiegando risorse finanziarie dello Stato, al quale la Banca d’Italia, a suo tempo, ha versato il controvalore delle lire ancora in circolazione al 6 dicembre 2011. Le operazioni di cambio sono pertanto riprese in esecuzione delle istruzioni impartite dal ministero dell’Economia, ricevute dalla Banca d’Italia il 21 gennaio scorso.

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