Musumeci, l’ultimo giapponese

17 febbraio 2016

di Gaetano Mineo

editoriale_defDa protagonista a comparsa. E’ questo il ruolo del centrodestra con l’attuale scenario politico in Sicilia. D’altronde, la locomotiva di Arcore da tempo non corre più sui binari. Va da sé, quindi, che anche i vagoni dell’Isola non riescono ad andare avanti. Di più. Una componente pur di muoversi s’è addirittura agganciata alla motrice renziana che, fra l’altro, viaggia nella direzione opposta. Dicono che anche questa è la politica. “L’ultimo giapponese” che potrebbe riprendere a far correre questi vagoni rimasti è Musumeci, anche se di “centro” ha ben poco, data la sua storia politica. Di certo, tranne qualche outsider, il politico catanese rimane una delle pochissime carte, se non l’unica, da giocare per Palazzo d’Orléans. Miccichè ci crede. Sull’ex presidente della Provincia etnea ha già scommesso pubblicamente. Certo, Musumeci dovrà convivere, tra l’altro, con i nuovi acquisti effettuati dall’uomo del 61-0, il messinese Genovese & C. ma, per dirla con Macchiavelli, il fine giustifica i mezzi. In sostanza, il centrodestra dovrà ripartire da Musumeci e Miccichè, i soli due pezzi da novanta rimasti. Due partiti, Lista Musumeci e Forza Italia, che oggi vengono rappresentati soltanto da 11 deputati sui 90 componenti del parlamento siciliano, al netto di piccole sigle che ancora ruotano attorno alla coalizione. Gli altri big, Alfano, Castiglione, Cascio, per citarne alcuni, oramai viaggiano con l’alta velocità renziana. Tutt’altra cosa, rispetto al binario unico della Sicilia. E così Cascio già sogna la poltrona da sindaco di Palermo. L’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana ha già aperto i cantieri per la campagna elettorale delle amministrative della primavera 2017. In merito, si parla di un accordo che avrebbero fatto Alfano e Faraone. Un patto che rientrerebbe nella partita delle regionali di ottobre 2017 se non saranno anticipate di alcuni mesi. Se questo fosse uno scenario reale, per il centrosinistra – altro termine convenzionale – si profila una strada spianata per la presidenza della Regione, a cui aspira, com’è noto, e con grande passione, proprio Faraone. Ma, attualmente, il Pd è impegnato alla ricerca di eventuali “virus cuffariani” tra le tessere del partito. Per la poltrona da governatore c’è ancora tempo. C’è il terzo incomodo: il MoVimento 5 Stelle che marcia da solo senza scendere a  compromessi eventuali scomodi alleati. Per questo è il più temuto dagli avversari!

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