Baccei blinda la Finanziaria “certificata dal ministero”: tagli o niente soldi da Roma. E Crocetta scarica l’assessore

Baccei blinda la Finanziaria “certificata dal ministero”: tagli o niente soldi da Roma. E Crocetta scarica l’assessore
17 febbraio 2016

L’assessore all’Economia Alessandro Baccei (foto, dx) blinda la Legge di Stabilita’ regionale. Lo fa capire chiaramente nel pomeriggio all’Ars presentando la finanziaria da 24 miliardi, arrivata in Aula privata dei 15 articoli che distribuivano fondi a pioggia, per un totale di 23 milioni, stralciati dalla presidenza dell’Assemblea. Cosi’, il tecnico renziano inviato da Roma a presidiare i conti, lancia un monito al parlamento regionale affinche’ non si presentino nuovi emendamenti con voci di spesa aggiuntive. Insomma nessun assalto alla diligenza: “Se chiediamo soldi in piu’, sappiate tutti che non ci sono, le entrate sono state certificate riga per riga con il ministero della Finanze, dove ci hanno fatto il contropelo”, chiarisce l’esponente del governo Crocetta. “E’ una manovra importante, un grosso risultato, l’ultimo passaggio per la Regione Sicilia per portare a termine un percorso di risanamento”, ha poi aggiunto. La manovra “non utilizza piu’ soldi destinati allo sviluppo per finanziare la spesa corrente. Fino all’anno scorso ben 700 milioni di fondi extraregionali sono stati necessariamente stanziati per questa finalita’. Oggi siamo stati in grado di destinare allo sviluppo della Sicilia questi soldi. Credo sia un grandissimo risultato”. Baccei ha fatto un cenno ai 500 milioni che la Sicilia potra’ riscuotere dal governo centrale solo se sara’ in grado di certificare tagli: “Non e’ una pistola puntata alla nostra tempia, ma un patto stretto con lo Stato come aveva chiesto la Corte Costituzionale e stiamo lavorando in questa direzione. I 500 mln sono una goccia nell’oceano – osserva del resto l’esponente del governo Crocetta – rispetto a tutti i fondi comunitari, dedicati alla ricerca, alla banda larga (altri 220 mln di euro dal governo), alle start up. Chi dice che non ci sono i fondi per l’innovazione dice cose false. Non ha senso dire che bisogna trovare fondi per lo sviluppo perche’ mancano due miliardi di euro per pagare forestali, pip, precari… sfido tutti voi a presentare un emendamento che toglie soldi a pensioni, forestali, precari per darli allo sviluppo. I soldi ci sono e sono quelli dei fondi extraregionali”.

GLI INTERVENTI Cosi’ il tenore degli interventi delle opposizioni all’Ars e’ stato univoco e ha fatto riferimento a una finanziaria che sara’ portata avanti sotto il “ricatto” delle richieste romane, cioe’ il taglio alla spesa di 400 milioni di euro richiesto dal governo centrale, altrimenti non arriveranno in Sicilia i 500 milioni necessari a chiudere il bilancio regionale. Pesano sulla manovra le parole di Baccei che ha chiesto di votare per ultimo l’articolo 5, proprio quello che si riferisce ai fondi da 500 milioni relativi alla compensazione del gettito Irap, al momento in bilancio come accantonamenti negativi. “E’ un passaggio fondamentale per proseguire nella trattativa”, ha detto Baccei. Una voce corale quella delle minoranze che hanno parlato di “finanziaria sotto ricatto, una spada di Damocle che pende sull’equilibrio della nostra regione”.

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MUSUMECI Il leader dell’opposizione Nello Musumeci ha sostenuto: “Il governo nazionale l’ha voluta qui affinche’ lei governasse il processo evolutivo di questo esecutivo fantasma di cui sul territorio non si percepisce la presenza. Lei ha parlato di bilancio in equilibrio e ha detto che da parte del governo nazionale non c’e’ una pistola puntata alla tempia, ma la necessita’ di portare a compimento un patto con Roma. Ma come facciamo a parlare di riforme se non vengono abolite le diseconomie strutturali che non consentono di portare a compimento riforme che spetta al governo presentare? Penso alle province, non abolite, i consorzi di bonifica non riformati, gli enti posti in liquidazione da anni”.

IL GRANDE ASSENTE E’ il presidente della Regione Rosario Crocetta (foto) il grande assente dei lavori in parlamento sulla finanziaria, che rappresenta l’atto politico piu’ importante della legislatura. Ma il governatore non ha preso parte nemmeno ad una seduta in commissione bilancio, dove il disegno di legge e’ stato varato domenica, dopo oltre due settimane di lavori. Sui motivi per i quali il governatore si sarebbe tenuto lontano dai lavori sulla finanziaria, l’ipotesi delle opposizioni e’ che egli abbia voluto lasciare solo l’assessore Baccei “emissario” del sottosegretario Davide Faraone, dopo che quest’ultimo aveva parlato di “finanziaria del trapassato”. Cosi’, afferma il vice capogruppo di Forza Italia Vincenzo Figuccia, “di Crocetta ormai resta solo l’ombra di un governo che non ha nemmeno il coraggio di portare la sua faccia in Aula in occasione di un atto che avrebbe dovuto vedere oggi il governo presente al completo. Faraone ha parlato di finanziaria della preistoria e Crocetta per tutta risposta lascia Baccei da solo in commissione e in Aula, lasciandolo alle sue responsabilita’”.

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FALCONE “Dinanzi alla desertificazione creata in Sicilia da governo e maggioranza con una finanziaria che porta solo nuova povertà, le poche oasi riconoscibili e apprezzabili sono quelle volute da Forza Italia, approvate prima in commissione Bilancio, quindi in aula”. Lo ha detto Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars. “Le norme di buon senso introdotte dal nostro movimento – ha spiegato – vanno dal contrasto alla povertà, con mille cantieri di lavoro che creeranno 18 mila posti, ancorché per tre mesi, al sostegno alle scuole paritarie, confermando il sacrosanto diritto allo studio, al fondo di progettazione per i comuni, sino al tetto per gli stipendi dei dirigenti delle partecipate. Nostro impegno è ora sostenere provvedimenti utili all’impresa e al lavoro, tra questi il credito d’imposta per 24 milioni di euro, intervento che consentirebbe di creare 2 mila posti di lavoro principalmente tra gli over 50”.

ASSOCIAZIONI CULTURALI Sostegno “con ferma convinzione” al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, viene espresso dalle associazioni che l’altro ieri hanno protestato per i tagli ai contributi alle istituzioni culturali e per la riesumazione della “famigerata tabella H”. All’apertura della seduta di ieri per l’esame della Finanziaria, Ardizzone aveva stralciato proprio le norme sui contributi rilevando il diverso trattamento riservato agli enti culturali: alcuni erano destinatari diretti dei finanziamenti, altri erano rinviati a un bando pubblico. Secondo Ardizzone, va invece assicurata la massima trasparenza nell’erogazione dei fondi. La decisione del presidente dell’Ars viene sostenuta da sette tra le istituzioni più rappresentative – tra cui l’Istituto Gramsci, il museo Mandralisca, il museo delle marionette “Antonio Pasqualino”, la Fondazione Buttitta – che da anni partecipano al bando. A loro giudizio, lo stralcio deciso da Ardizzone “pone termine alla pratica deplorevole che consente ad alcune istituzioni un percorso privilegiato”. Aggiungono che sia “giusto e corretto che tutte le istituzioni che aspirano ad un sostegno finanziario regionale siano sottoposte alla procedura uniforme di un bando pubblico e di una valutazione di merito, secondo regole trasparenti peraltro già fissate e operanti solo per alcuni soggetti”. Le sette associazioni ritengono inoltre necessario che alle istituzioni culturali sia assegnato un fondo cumulativo specifico, senza commistione con altre istituzioni di tutt’altra natura, ponendo termine alla famigerata tabella H”. E auspicano che il parlamento e i singoli deputati imbocchino la via dell’equità nei confronti di tutte le istituzioni, rinunziando definitivamente alla deteriore pratica clientelare che ha finora inquinato l’obiettività e la trasparenza del sistema, e vanificato il senso stesso dell’intervento della Regione”.

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