A Londra riprende la battaglia per l’estradizione di Assange

A Londra riprende la battaglia per l’estradizione di Assange
7 settembre 2020

Dopo diversi mesi di interruzione a causa della pandemia di coronavirus, la giustizia britannica ha ripreso l’esame della richiesta di estradizione del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, rivendicata dagli Stati Uniti, che lo vogliono processare per la diffusione di centinaia di migliaia di documenti riservati. Il 49enne australiano è accusato di spionaggio negli Usa, per aver diffuso dal 2010 più di 700mila documenti riservati sulle attività militari e diplomatiche americane, in particolare in Iraq e Afghanistan. Rischia 175 anni di prigione.

Gli avvocati di Assange denunciano una procedura “politica” basata su “bugie”. Prima che il procedimento, che dovrebbe durare tre o quattro settimane, riprenda a Londra, questa mattina i suoi sostenitori hanno convocato una protesta davanti al tribunale dell’Old Bailey. Tra questi presenti anche il padre e Vivienne Westwood. Afp 11.48 03.18 “Si trova in una situazione terribile, sono undici anni, undici anni di detenzione arbitraria. Ha passato 12 mesi in una cella in una prigione di massima sicurezza, non è divertente”, ha detto il padre di Assange, John Shipton.

Julian Assange è attualmente detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra, dove le sue condizioni di detenzione sono state denunciate dal relatore delle Nazioni Unite sulla tortura. La sua estradizione equivarrebbe a una “pena di morte”, ha detto al Times sabato il suo avvocato Stella Mori, che è diventata la sua compagna. La 37enne teme che Julian Assange metta fine alla sua vita e che i due figli che ha avuto con lui durante la sua permanenza presso l’ambasciata ecuadoregna a Londra cresceranno senza il padre.

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