Abbattuto jet israeliano, giallo su dinamica. Sale la tensione tra Israele e la Siria

10 febbraio 2018

Un caccia F16 israeliano si è schiantato in Israele, dopo essere stato colpito dalla difesa antiaerea siriana mentre conduceva un raid contro “obiettivi iraniani” proprio nella vicina Siria. Uno dei due piloti, che si sono eiettati prima dello schianto, è gravemente ferito, L’F16 è precipitato nel Nord del territorio israeliano. E anche se un portavoce dello stato ebraico non ha confermato se l’aereo sia stato effettivamente colpito dalla contraerea o si sia schiantato a seguito di un incidente tecnico, è comunque la prima volta che l’esercito israeliano afferma apertamente di aver preso di mira “obiettivi iraniani” in Siria dell’inizio nel 2011 della guerra civile nella vicina Siria, dove l’Iran aiuta militarmente il regime di Bashar al Assad. Le ostilità sembrano aver avuto un seguito in giornata. L’agenzia ufficiale siriana Sana ha segnalato che la difesa antiaerea aveva respinto qualche ora dopo un nuovo attacco dell’aviazione israeliana nei pressi della capitale Damasco. Una mattinata all’insegna dell’alta tensione tra Siria e Israele. L’escalation è iniziata nella notte, quando l’aviazione israeliana ha intercettato un drone iraniano nel suo territorio. Secondo il portavoce dell’Esercito israeliano Jonathan Conricus il jet abbattuto – i cui piloti, uno dei quali ferito in modo serio, sono stati trasportati in ospedale – era di ritorno dalla Siria, dove alle prime luci del mattino ha condotto 12 raid su diversi obiettivi militari. In seguito all’abbattimento dl jet, per circa 15 minuti i voli in partenza e in arrivo all’aeroporto Ben Gurion di Tel aviv sono stati sospesi. Gli aerei israeliani – protagonisti di un centinaio di raid in Siria dal 2011 – avrebbero colpito in particolare una base iraniana per il lancio di droni, dopo che un velivolo senza pilota “in missione militare ed operato da forze iraniane” sarebbe stato intercettato nel corso della notte (intorno alle 4.30) in territorio israeliano. E’ anche la prima volta che Israele conferma esplicitamente di aver attaccato obiettivi militari iraniani in Siria.

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Le forze armate israeliane hanno avvertito Teheran di considerare come “un attacco” l’ingresso del drone intercettato. “L’Iran e’ responsabile di questa violazione di sovranita’, sta giocando col fuoco”, ha twittato il portavoce delle forze di Israele, Jonathan Conricus. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, il primo attacco israeliano ha preso di mira un base militare nel centro del Paese. Diversi aerei israeliani sono stati colpiti, ha aggiunto. Secondo il direttore dell’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), Rami Abdel Rahman, i raid israeliani hanno preso di mira obiettivi nell’Est della provincia di Homs (centro), in una regione dove sono presenti, ha spiegato, forze iraniane e membri di Hezbollah filoiraniani. L’esercito israeliano ha avvertito che considera “l’attacco iraniano e la risposta siriana come una violazione grave della sovranità israeliana”. Monitora la situazione “ed è totalmente pronto a nuove azioni, in funzione della sua valutazione della situazione e delle sue necessità”. “L’Iran è responsabile di questa grave violazione della sovranità israeliana”, ha scritto su Twitter il portavoce dell’esercito, il tenente colonnello Jonathan Conricus. Dall’inizio della guerra in Siria, Israele segue con la massima attenzione l’evoluzione della situazione nel Paese vicino, facendo attenzione a non essere invischiato nel conflitto ma colpendo puntualmente postazioni del regime siriano o convogli di armi diretti a Hezbollah, suo nemico giurato. L’agenzia russa Interfax cita invece le parole dell’ambasciatore israeliano a Mosca: “Le azioni di Hezbollah e di milizie filo iraniane nel sud della Siria devono essere fermate”. “L’ammontare delle forze che potremmo impiegare nella prossima guerra in Libano non e’ paragonabile a quelle messe in campo nel 2006”, aveva commentato ieri sul ‘Jerusalem Post’ Gabi Siboni, ex colonnello dell’esercito israeliano e consulente dell’Institute for national strategic studies di Tel Aviv.

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“Ci sono circa 200 villaggi nel sud del Libano, che vengono usati come base di lancio dei missili di Hezbollah. Li colpiremo tutti quanti, se necessario”, ha aggiunto Siboni. Secondo gli analisti israeliani, nel caso di un conflitto con Israele, Hezbollah sarebbe in grado di lanciare migliaia di razzi solo nelle prime ore, che dovrebbero “fare i conti con i sistemi anti missile israeliani come l’Iron Dome, David’s Sling, Arrow 2 e Arrow 3”, ha dichiarato l’analista ed ex generale Yossi Kuperwasser, secondo cui “sarebbe una battaglia senza precedenti tra i missili iraniani e siriani e i nostri sistemi di difesa”. Secondo le stime israeliane, Hezbollah e’ in possesso di circa 150.000 razzi a corto, medio e lungo raggio, oltre a 50.000 uomini, riservisti compresi. Lo scorso settembre, un comandante di Hezbollah aveva dichiarato che sono circa 10.000 i combattenti sciiti nel sud della Siria, pronti alla mobilitazione. Secondo gli analisti israeliani, il ‘Partito di Dio’ in un’eventuale guerra con Israele sarebbe in grado di lanciare 1.500-2.000 missili, molti di piu’ dei 130-180 lanciati durante la guerra del 2006. Nella tarda mattinata si erano diffuse delle voci secondo cui alcuni missili sarebbero caduti nella valle della Beqaa – dove e’ forte la presenza di Hezbollah – smentite prontamente da una fonte della sicurezza interna libanese. Intanto in Libano, al palazzo presidenziale di Baabda e’ in corso una riunione straordinaria tra il presidente della Repubblica Michel Aoun, il primo ministro Saad Hariri e il presidente del Parlamento, Nabih Berri. Lo stato ebraico e la Siria restano ufficialmente in stato di guerra da decine di anni.

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