Accoltellato assassino Bob Kennedy, condizioni stabili

Accoltellato assassino Bob Kennedy, condizioni stabili
Bob Kennedy e Sirhan Sirhan
31 agosto 2019

L’assassino di Bob Kennedy, Sirhan Sirhan, e’ in condizioni stabili dopo essere stato accoltellato in carcere a San Diego, dove si trova da oltre 50 anni. Il dipartimento carcerario della California ha detto che “un detenuto” e’ stato ferito, senza precisarne l’identita’. Tuttavia, AP ha confermato che si tratta di Sirhan, grazie ad una fonte che ha richiesto l’anonimato. L’uomo, che oggi ha 75 anni, uccise Kennedy il 5 giugno 1968, poco dopo che questi aveva dichiarato vittoria nelle primarie in California.

CHI E’

Ha passato circa due terzi della sua vita in carcere Sirhan Bishara Sirhan, l’uomo accusato di aver ucciso Robert F. Kennedy. Ma nel penitenziario Richard J. Donovan nella contea di San Diego, vicino al confine con il Messico, dove ieri e’ stato accoltellato, era stato trasferito solo 6 anni fa, nel novembre 2013. Sirhan Bishara Sirhanm, cristiano palestinese di cittadinanza giordana, aveva 24 anni quando poco dopo la mezzanotte del 5 giugno 1968 uccise con diversi colpi di pistola “Bobby” Kennedy all’hotel Amabassador di Los Angeles, dove l’allora candidato alla presidenza degli Stati Uniti aveva appena tenuto un discorso ai suoi sostenitori per festeggiare la vittoria alle primarie del Partito Democratico del 4 giugno. Sirhan era nato a Gerusalemme e viveva da dodici anni negli Stati Uniti.

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Si era trasferito con i genitori, prima a New York e poi in California. Durante le indagini emerse che aveva una vera e propria ossessione per Robert F. Kennedy. La polizia trovo’ nel suo appartamento un diario in cui esprimeva la volonta’ di ucciderlo, dopo che il senatore in campagna elettorale aveva annunciato il suo sostegno a Israele. La notte del 5 giugno, mentre Kennedy lasciava il palco nel salone dell’hotel e attraversava le cucine per andare a un incontro con i giornalisti, Sirhan si fece largo tra la folla e sparo’ dei colpi di pistola, uno colpi’ Bob alla testa. Dall’autopsia emerse un foro d’entrata del proiettile dietro l’orecchio destro del senatore e la foto scattata subito dopo la sparatoria rivelo’ una ptosi palpebrale tipica di una lesione cerebrale.

Kennedy mori’ al Good Samaritan Hospital di Los Angeles, dove era stato trasportato subito dopo il ferimento, all’alba del 6 giugno. Aveva 42 anni. Le sue ultime parole, pronunciate subito dopo essere stato colpito e appena prima di perdere conoscenza, furono: “E gli altri? Come stanno gli altri?”. Dopo nemmeno un anno, il 17 aprile 1969, Sirhan fu condannato alla camera a gas, ma tre anni dopo la pena fu commutata in ergastolo. Nel corso degli anni di reclusione, l’omicida ha chiesto diverse volte la liberta’ condizionata, ma gli e’ stata sempre negata. La prossima richiesta al tribunale competente potra’ essere inoltrata nel 2021. Sia durante il processo che nei giorni subito dopo l’omicidio, Sirhan ammise di aver sparato a Kennedy. Come in altri casi di grande impatto mediatico, l’omicidio genero’ varie ipotesi complottiste. La misteriosa distruzione di migliaia di foto e reperti contribui’ al loro prosperare. Il 30 giugno del 2003 l’avvocato del killer, in un tentativo di garantire a Sirhan un nuovo processo, affermo’ che questi era stato “programmato” per uccidere Kennedy, che egli non avrebbe potuto colpire il senatore da dove si trovava e che una serie di misure illegali e persecutorie contro i suoi avvocati erano state messe in atto per impedire loro di far emergere la verita’. L’istanza fu respinta.

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