Acqua balneazione Ue eccellente qualità, Italia 93%

1 giugno 2014

Nel 2013 l’acqua delle spiagge, dei fiumi e dei laghi in Europa “e’ risultata generalmente di qualita’ elevata: oltre il 95% di queste zone risponde ai requisiti minimi. Secondo i dati, le acque di balneazione costiere si attestano leggermente davanti a quelle lacustri o fluviali”. A Cipro e nel Lussemburgo tutte le zone di balneazione sono state valutate “eccellenti”, seguite da Malta (eccellente al 99%), Croazia (95%) e Grecia (93%). L’Italia ha la stessa percentuale delle acque elleniche: il 93% e’ di qualita’ buona o eccellente. All’altra estremita’ della scala, gli Stati membri dell’Unione europea con la piu’ alta percentuale di siti qualificati “scadenti” sono: Estonia (6%), Paesi Bassi (5%), Belgio (4%), Francia (3%), Spagna (3%) e Irlanda (3%). Nella sua relazione annuale sulla qualita’ delle acque di balneazione, l’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) valuta 22mila zone di balneazione nell’Unione europea, in Svizzera e, per la prima volta, in Albania. Oltre alla relazione, l’Aea ha pubblicato una mappa interattiva con l’indicazione della qualita’ per ciascun sito di balneazione nel 2013. “Che la qualita’ delle acque di balneazione europee continui ad essere elevata e’ una buona notizia, ma non possiamo permetterci di riposare sugli allori con una risorsa preziosa come l’acqua- dice Janez Potocnik, Commissario per l’Ambiente- dobbiamo continuare a garantire che le acque di balneazione cosi’ come l’acqua potabile e quindi anche i nostri ecosistemi acquatici siano totalmente protetti”.

Secondo Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Aea, “Le acque di balneazione in Europa sono migliorate negli ultimi vent’anni: non si versano piu’ ingenti quantita’ di acque reflue direttamente nei corpi idrici. Oggi il problema principale sono i picchi di inquinamento di breve durata occasionati da piogge violente e inondazioni, che possono provocare tracimazioni dei sistemi fognari e conseguente riversamento di batteri fecali provenienti dai terreni agricoli nei fiumi e mari”. Le autorita’ locali procedono a controlli prelevando campioni nelle spiagge in primavera e durante la stagione balneare. Le acque di balneazione sono valutate “eccellenti”, “buone”, “sufficienti” o “scarse” in base alle percentuali di due tipi di batteri la cui presenza e’ indice di inquinamento da acque di scolo o da liquami di allevamento; tali batteri, se ingeriti, possono provocare patologie (vomito e diarrea). La valutazione delle acque di balneazione, pero’, “non tiene conto dei rifiuti, dell’inquinamento e di altri aspetti che danneggiano l’ambiente naturale”, segnala l’Aea. Sebbene “la maggior parte delle zone di balneazione sia sufficientemente pulita ai fini della tutela della salute umana”, numerosi ecosistemi nei corpi idrici europei “si trovano in una situazione allarmante”

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