Acrobazie e spettacolo, intervista con gli Harlem Globetrotters

Acrobazie e spettacolo, intervista con gli Harlem Globetrotters
18 aprile 2016

Gli Harlem Globetrotters, la squadra di pallacanestro “spettacolo” più famosa del mondo, compiono 90 anni e festeggiano con una tournée italiana che farà tappa anche a Roma, il 29 maggio al PalaTiziano. Un traguardo importante per i funamboli del pallone a spicchi. Tra acrobazie e schiacciate, evoluzioni e canestri impossibili, i celebri giocolieri del basket mondiale sono pronti a conquistare grandi e piccoli in uno show ricco di novità. Anthony Blakes, di Phoenix, è uno degli Harlem, detiene il record del Guinness dei primati per il maggior numero di tiri da metà campo in un minuto. “Sono molto contento di tornare a Roma, ci piace moltissimo viaggiare e questa è una grande opportunità potersi esibire davanti al meraviglioso pubblico di Roma, in una città così importante e con monumenti storici come il Colosseo. Sarà sicuramente un grande show”. Orlando Melendez è il primo giocatore portoricano della squadra degli Harlem: “Sarà un show straordinario per festeggiare i 90 anni della squadra. Abbiamo rivisitato questo spettacolo e rispecchierà la tradizione degli Harlem Globetrotters, combinando la vecchia scuola con la nuova, abbiamo preparato tantissime sessioni, schiacciate, palleggi, che divertiranno sicuramente il pubblico e che sapranno intrattenerlo in una nuova maniera. Sarà molto coinvolgente, non vediamo l’ora”. In 90 anni di storia, gli Harlem Globetrotters hanno saputo superare i confini dello sport, abbattendo barriere culturali e sociali, grazie al loro messaggio di pace e speranza. Promotori della fratellanza nel mondo e sostenitori dei diritti umani: “Penso sia un privilegio essere portatore di un grande messaggio – dice Orlando – per 90 anni gli Harlem Globetrotters hanno buttato giù le barriere del razzismo, delle differenze culturali. Per me in particolare è una cosa importante: sono il primo portoricano del team, dove c’è una forte comunità ispanica, ed è importante dare un segnale e portare un messaggio di unione, di ponti, che ognuno sia uguale”. Ma come si diventa un “Harlem Globetrotters”? “C’è un sistema di reclutamento, c’è un coach che va in giro per il mondo a cercare talenti – spiega Anthony – mi hanno chiamato, ho avuto un contratto di 10 giorni, ma dopo 6 mi hanno confermato e oggi sono alla mia 14esima stagione”.

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