Addio a 90 anni ad Agnès Varda, la regista della Nouvelle Vague

29 marzo 2019

E’ morta la grande regista belga Agnès Varda, unica rappresentante femminile della Nouvelle Vague accanto ai grandi Truffaut, Godard, Rivette e gli altri. Aveva 90 anni. Eclettica, originale, con il suo inconfondibile taglio di capelli, un caschetto bicolore, è stata esponente di un cinema indipendente e originale, impegnato, sociale, tra film e documentari mescolando note autobiografiche e poetiche. Nel 2018 a Cannes, insieme a Cate Blanchett, era stata in prima linea in mezzo a un’ottantina di donne del mondo dello spettacolo pronte a battersi per la parità salariale sull’onda del #MeToo e degli scandali nell’industria cinematografica.

Nata in Belgio da madre francese e padre greco cominciò facendo la fotografa poi nel ’54 girò “La pointe courte” con Philippe Noiret, film considerato precursore della Nouvelle Vague che portò una ventata di libertà nel cinema francese. Poi fu la volta di “Cleo dalle 5 alle 7” su due ore della vita di una cantante dal passato sregolato che attende di sapere se ha il cancro. Ha fatto documentari politici come “Black Panters” e film sociali come “Senza tetto né legge” Leone d’oro Venezia, un ritratto su figure emarginate, ai margini.

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Dopo la morte del marito Jacques Demy nel 1990, gli ha dedicato tre film a partire da “Garage Demy”. Nel 2015 ha ricevuto la Palma d’oro onoraria al Festival di Cannes e nel 2018 l’Oscar alla carriera. Instancabile, anche fotografa e artista visiva, a 88 anni era tornata a questa passione con l’artista e fotografo JR, di 50 anni più giovane di lei, con cui ha ottenuto una candidatura all’Oscar per “Visages Villages” girato in villaggi abbandonati della Francia. A febbraio 2019 a Berlino ha presentato “Varda par Agnès – Causerie.” Il suo ultimo documentario, come un testamento per dire addio.

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