Aeroporti, via libera dalla Conferenza Stato-Regioni al piano nazionale

Aeroporti, via libera dalla Conferenza Stato-Regioni al piano nazionale
19 febbraio 2015

Via libera dalla Conferenza Stato-Regioni al piano nazionale degli aeroporti presentato dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi. Dopo il parere delle competenti commissioni parlamentari l”approvazione definitiva spetterà poi al Consiglio dei ministri per la firma del presidente della Repubblica. Una nota del ministero dei Trasporti fa sapere che il piano individua 10 bacini di traffico omogeneo, determinati in base al criterio di una distanza massima di 2 ore di percorso in auto da un aeroporto di particolare rilevanza strategica: Nord-Ovest; Nord-Est; Centro-Nord; Centro Italia; Campania; Mediterraneo-Adriatico; Calabria; Sicilia Occidentale; Sicilia Orientale; Sardegna.

In questi bacini sono stati individuati 3 aeroporti strategici intercontinentali: Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Venezia; 9 aeroporti strategici inseriti nella core network europea: Torino Caselle (a condizione che realizzi, in relazione alle interconnessioni ferroviarie Av/Ac tra le città di Torino e Milano, un sistema di alleanze con l”aeroporto intercontinentale di Milano Malpensa finalizzato a generare sinergie di sviluppo reciproco e dell”intero bacino del Nord Ovest), Bologna e Pisa/Firenze (a condizione che Pisa e Firenze realizzino la gestione unica), Napoli, Bari, Lamezia Terme, Palermo, Catania, Cagliari.

All”interno di ciascun bacino vi sono, inoltre, aeroporti considerati di interesse nazionale (Milano Linate, Bergamo, Brescia, Cuneo, Genova, Verona, Treviso, Trieste, Rimini, Parma, Ancona, Roma Ciampino, Perugia, Pescara, Salerno, Brindisi, Taranto, Reggio Calabria, Crotone, Comiso, Trapani, Pantelleria, Lampedusa, Olbia, Alghero) a due condizioni: la specializzazione dello scalo e una sua riconoscibile vocazione funzionale al sistema all”interno del bacino di utenza; la dimostrazione, tramite un piano industriale corredato da un piano economico-finanziario, che l”aeroporto è in grado di raggiungere l”equilibrio economico-finanziario anche tendenziale e adeguati indici di solvibilità patrimoniale, almeno su un triennio.

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“La mancanza di queste condizioni determinerà l”uscita dello scalo dall”elenco degli aeroporti di interesse nazionale”, precisa il Mit. La qualifica di aeroporti di interesse nazionale è attribuita anche a quegli scali che garantiscono la continuità territoriale di regioni periferiche e aree in via di sviluppo o particolarmente disagiate, qualora non sussistano altre modalità di trasporto, in particolare ferroviario, adeguate a garantire tale continuità. “Il piano nazionale degli aeroporti determina la strategia degli investimenti dello Stato nelle infrastrutture di collegamento degli scali”, conclude la nota del Mit.

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