In Afghanistan tutti pazzi per il Bouzkachi, atletici come principi guerrieri

16 gennaio 2018

In Afghanistan è sufficiente appena accennare al Bouzkachi per evocare le imprese di cavalli e cavalieri agili e atletici come principi guerrieri. Il Bouzkachi è lo sport tradizionale del Paese, un lontano e rudimentale cugino del polo, in cui la palla è sostituita da una carcassa di capra decapitata e i cavalli, come i cavalieri, devono dimostrare coraggio, forza e volocità. Nel corso degli anni questi cavalli forti e muscolosi, sono diventati un simbolo di ricchezza e potere, soprattutto nel nord del Paese dove il Bouzkachi è considerato “lo sport dei re”. “Lo chiamano cavallo – dice l’addestratore Amir – ma in realtà è un demone, le sue gambe e la sua bocca sono pericolosi. Siamo sempre in pericolo quando addestriamo questi animali. “Questi cavalli sono un simbolo del regno – spiega l’allevatore Rais – è un animale fedele ed affidabile. Uno dei miei cavalli era ammalato e si è come rifiutato di morire prima che io andassi a fargli visita, è morto solo dopo avermi visto”.

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Ci vogliono anni di addestramento per trasformare un puledro in un guerriero pronto ad affrontare l’arena del Bouzkachi. Anche la loro dieta è drastica e alla fine uno stallone può valere dai 70 ai 100mila dollari e, in genere, un solo cavallo su 100 diventa idoneo a scendere in campo. “Abbiamo sempre allevato cavalli come questi nella mia famiglia – dice Haji Mohammad, presidente della federazione di Bouzkachi nella provincia di Balckh – questo sport è conosciuto da circa 50 anni ma noi allevavamo queste bestie già un secolo fa”. Il termine Bouzkachi deriva dal persiano e prende il nome proprio dall’obiettivo del gioco: strappare agli avversari la carcassa della capra decapitata, pesante 50 Kg, durante una mischia e depositarla, correndo al galoppo, all’interno del “cerchio della giustizia”, disegnato con la calce al centro del campo da gioco.

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