Alabama, firmata legge su castrazione chimica. Salvini, da adottare anche in Italia

11 giugno 2019

La governatrice dell’Alabama, Kay Ivey, ha firmato una legge che impone ai condannati per reati sessuali contro bambini di età inferiore ai 13 anni di iniziare la castrazione chimica un mese prima di essere rilasciati dalla custodia. Il nuovo provvedimento impone alle persone condannate per tale reato di continuare i trattamenti fino a quando un tribunale non riterrà più necessario il trattamento e obbliga, inoltre, i trasgressori a pagare il trattamento. “Questa legge è un passo verso la protezione dei bambini in Alabama”, ha detto Ivey secondo quanto riportato dalla Cnn. La castrazione chimica comporta la somministrazione di farmaci – tramite compresse o iniezione – per rimuovere l’interesse sessuale e rendere impossibile ad una persona compiere atti sessuali. Se la persona interrompe il trattamento, gli effetti possono essere reversibili.

Per il ministro dell’Interno è “un modo per prevenire altre violenze e intervenire su persone evidentemente malate, oltre che col carcere anche con una cura farmacologica”. “Sono convinto – ha detto Matteo Salvini – sia una buona pratica da adottare anche in Italia, come la Lega propone da anni”. Gli ha fatto eco Roberto Calderoli, vice presidente del Senato: “In Italia abbiamo perso vent’anni senza un motivo ma ora confido davvero che i tempi siano maturi anche per noi per introdurre la castrazione chimica temporanea, come continuo a chiedere da vent’anni con proposte di legge che nessun Parlamento e nessuna maggioranza finora ha voluto discutere”, ha osservato, definendo quella dell’Alabama una “norma di banale buon senso”, “non per punire ulteriormente i colpevoli degli stupri ma semplicemente per proteggere i bambini”.

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Negli Usa sono oltre 57 mila i bimbi che hanno subito abusi sessuali: nel 93% dei casi conoscono il loro aguzzino. La legge dell’Alabama, che entrera’ in vigore dal primo settembre, obbliga i condannati per reati sessuali contro minori di 13 anni a sottoporsi alla castrazione chimica almeno un mese prima della loro scarcerazione. La maggior parte dovra’ pagare di tasca propria il trattamento, che proseguira’ finche’ un giudice non valutera’ che non e’ piu’ necessario. E sara’ sempre un giudice, non un medico, a informare gli interessati sugli effetti della terapia, che e’ reversibile. Si tratta di iniezioni che bloccano la produzione di testosterone. Ma il metodo e’ controverso.

Sul piano medico, perche’ gli effetti cessano quando si sospendono i farmaci, che peraltro non prevengono in assoluto ulteriori assalti, soprattutto se causati non da impulsi sessuali ma dal desiderio di potere o altre molle. Sul piano del diritto, perche’ violerebbe i diritti costituzionali che tutelano la privacy e vietano “punizioni crudeli e inusuali”, come obiettano ong quali l’American Civil Liberties of Alabama. L’Alabama e’ almeno il settimo stato a consentire o richiedere la castrazione chimica dei ‘sex offender’, unendosi a California, Florida, Louisiana, Montana, Iowa e Wisconsin. Ma in gran parte di questi Stati il trattamento non e’ mai stato attuato o e’ solo opzionale per chi vuole ottenere o accelerare la liberta’ condizionale.

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Come funziona

Il termine castrazione chimica si riferisce alla possibilità di inibire chimicamente la funzione sessuale. Non si tratta di un intervento chirurgico. “Blocco androgenico”, è stato il termine anche utilizzato dal ministro degli Interni. La somministrazione di sostanze chimiche comporta una riduzione della libido e della reattività sessuale, solitamente non definitiva, per mezzo di farmaci specifici. Fu pensata alle origini proprio come misura di prevenzione della reiterazione di violenze in soggetti colpevoli di reati sessuali, incapaci di controllare la pulsione.

L’inibizione dell’attività delle gonadi viene ottenuta tramite farmaci anti-androgeni. Le gonadi sono gli organi sessuali primari dell’apparato riproduttivo: hanno la funzione di produrre i gameti (cioè le cellule necessarie alla riproduzione) e secernere gli ormoni sessuali: nell’uomo, i testicoli; nella donne, le ovaie. I farmaci usati sono gli anti-gonadotropinici, gli anti-androgeni non-steroidei e gli agonisti dell’ormone di rilascio delle gonadotropine. Oltre al calo della libido, la castrazione chimica riduce la capacità fisica di eccitazione sessuale.

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