Ad un certo punto del suo intervento in direzione si e’ commosso Angelino Alfano. Quando, raccontano fonti parlamentari Ap, ha ricordato la scelta di aver abbandonato Forza Italia per scegliere la “strada della responsabilita’”. “E’ stata una scelta difficile. E’ stata dura”, ha confidato. Ed ancora piu’ dura e’ ora che e’ finito, ha argomentato, nel mirino della “stampa di destra e di sinistra”. “Un fuoco di sbarramento ma noi andiamo avanti e sosterremo il governo fino alla fine”, ha aggiunto. Alternativa popolare fa sapere di non aver paura della soglia di sbarramento al 5%. In dieci giorni presenteranno un progetto nuovo, con Casini, Cesa, Tosi, Fitto e Parisi. Il partito andra’ alla ricerca di un Macron italiano. Al momento non dovrebbero esserci le primarie se si accelera’ sul voto: il leader potrebbe essere proprio l’ex ad di Fastweb. E’ Lupi che sta lavorando al progetto di aggregare il centro. Sara’ una coalizione moderata ‘anti-Renzi’. L’accusa che i centristi muovono a Renzi e’ di essere “irresponsabile”, “un populista”, un politico “peggio della prima Repubblica”. La risposta dell’ex premier e’ ‘tranchant’. ” Mi dispiace per il partito di Alfano – ha detto al tg1 – perche’ i partiti piccoli, sotto il 5%, non rientreranno in Parlamento: quindi capisco il loro nervosismo. Quanto al governo da far cadere, io ho fatto cadere il mio, di governo”. Ed ancora: “Mi sono dimesso perche’ avevamo perso il referendum tutti insieme e io mi sono dimesso. Quelli del partito di Alfano la parola dimissioni, lasciare la poltrona, non la conoscono benissimo”. Ap votera’ la manovrina al Senato ma su alcuni provvedimenti – per esempio sulla riforma del processo penale – e’ pronta a far sentire la propria voce. Ma nel mirino c’e’ Renzi: “Voleva far cadere il governo gia’ da febbraio, la nostra collaborazione con il Pd e’ finita”.
