Allarme depressione giovani, 60% casi evidente già adolescenti

Allarme depressione giovani, 60% casi evidente già adolescenti
16 ottobre 2014

depressione giovani“Il tema della salute mentale è uno dei più delicati nell’ambito dell’assistenza sul territorio – sottolinea Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva -. In particolare, come emerge dai dati del nostro ultimo “Rapporto PIT Salute” presentato lo scorso mese, i cittadini ci comunicano che l’assistenza di pazienti con disturbi mentali pesa in maniera insostenibile sulle famiglie: le segnalazioni sono in crescita dal 16% del 2012 al 19,3% del 2013. Così come ci fanno notare che per una visita psichiatrica nel sistema pubblico sono necessarie anche lunghe attese. I pazienti hanno necessità in questo settore, più che in altri, di un sistema che garantisca sul territorio servizi accessibili e di qualità. Perchè altrimenti il costo per le famiglie, anche psicologico, rischia di essere davvero troppo alto”.

“In un’ elevata percentuale di persone, per lo più superiore al 30-50%, il disturbo complica una malattia somatica, come cancro, problematiche cardio-cerebrovascolari e diabete – aggiunge il Riccardo Torta, Direttore dell’unità di psiconcologia della AOU S. G. Battista di Torino -. Il non trattamento di queste forme depressive, oltre a impattare la sfera emotiva e compromettere funzionamento e qualità di vita, amplifica la percezione dei sintomi (stanchezza, dolore, ecc.) e determina un peggioramento della prognosi.
Peraltro gli antidepressivi, oltre a migliorare il tono dell’umore e a ridurre l’ansia, agiscono in modo positivo su svariati sintomi somatici, favorendo il recupero funzionale dei pazienti e riducendo l’impatto economico-sociale della patologia”. Numerosi studi hanno ormai evidenziato come le donne corrano un rischio doppio di essere colpite dal disturbo. L’esordio dei sintomi avviene nel 60% dei casi nell’adolescenza, con l’arrivo della pubertà e del menarca.

“Possiamo certamente affermare che la malattia è sempre più “rosa” – sottolinea Francesca Merzagora, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (O.N.Da) -. Fattori genetici, alterazioni ormonali ed eventi negativi impattano pesantemente sul sesso femminile. Purtroppo, sono proprio le donne ad avere meno fiducia nei trattamenti farmacologici: addirittura il 54% ritiene che la patologia sia più difficile da curare rispetto al tumore del seno. Per questo abbiamo intrapreso da quattro anni un percorso istituzionale e sanitario, con i “Bollini rosa”, per avvicinare le donne alle cure superando lo stigma sociale”.

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