Allarme Isis e hacker, seggi blindati. La Francia elegge il presidente della Repubblica

Allarme Isis e hacker, seggi blindati. La Francia elegge il presidente della Repubblica
Emmanuel Macron e Marine Le Pen
7 maggio 2017

Il secondo turno delle presidenziali francesi si svolgerà oggi in condizioni di massima allerta, con oltre 50mila uomini, tra poliziotti, gendarmi e soldati, mobilitati per garantire la sicurezza di elettori e candidati. Solo nella regione parigina saranno 12mila le forze dell’ordine operative. All’interno e nell’immediata vicinanza dei seggi elettorali “il presidente del seggio ha l’autorità di polizia”, vale a dire che “nessuna forza armato può accedere senza la sua autorizzazione”, come prescrive la legge. L’attentato che è costato la vita a un poliziotto il 20 aprile scorso sugli Champs-Elysées, e l’arresto venerdì di un uomo radicalizzato che probabilmente progettava un attentato presso una base militare in Normandia, hanno confermato i timori che la minaccia terroristica “non è mai stata così alta” come in questa campagna elettorale organizzata, per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica, in condizioni di stato d’emergenza. Non solo le operazioni di voto e di scrutinio ma anche gli eventi e le celebrazioni che seguiranno l’esito del voto sono sotto la massima sorveglianza. Dunque, la Francia alle urne per scegliere il suo nuovo presidente tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen con l’ombra degli hacker, divenuti ormai una presenza costante nelle principali elezioni in Occidente. Il sabato del tradizionale silenzio e’ stato rotto dall’eco della denuncia di un cyber-attacco “massiccio e coordinato” contro la squadra del candidato centrista Macron. Sono 44 milioni e 600 mila i cittadini chiamati a votare nei 65.000 seggi aperti dalle 8 alle 19, un’ora dopo nelle grandi citta’. Gli ultimi sondaggi davano Macron avanti con il 62% a fronte di un 38% che raccoglierebbe la leader del Front National, Le Pen.

Il candidato del movimento ‘En Marche!’ ha pero’ tremato per un attacco hacker che ha denunciato come mirato a “destabilizzare la democrazia, con le modalita’ viste durante l’ultima campagna presidenziale negli Usa”. Un’allusione che sembra puntare il dito contro la Russia (apparentemente schierata con la Le Pen), dopo gli attacchi informatici che avrebbero favorito Donald Trump. Il presidente francese uscente, Francois Hollande, ha promesso che i responsabili saranno individuati e puniti. “Sapevamo che ci potessero essere rischi di questo genere durante la campagna presidenziale perche’ era gia’ avvenuto (allusione alle presidenziali Usa, ndr), ma non consentiremo che quanto e’ accaduto resti impunito”. In rete sono finiti migliaia di mail, documenti contabili e altri file rubati nelle scorse settimane da account pubblici e privati di dirigenti del movimento e volutamente mischiati con false informazioni, per un totale di nove gigabyte di dati. L’utente che ha diffuso i file si e’ firmato EmLeaks e ha usato un link di WikiLeaks che si e’ pero’ immediatamente detta estranea all’operazione. Il #Macronleaks potrebbe essere partito dagli Usa: i media britannici hanno rivelato che dietro i primi tentativi di diffusione sui social network potrebbe esserci un gruppo di estrema destra americano molto attivo su Internet. Il Front National ha denunciato i lati oscuri di Macron che sembrano emergere dalle mail: “I ##macronleaks insegneranno cose deliberatamente uccise dal giornalismo investigativo?”, ha chiesto con un tweet il vicepresidente, Florian Philippot. La commissione nazionale di controllo della campagna presidenziale ha diffidato i media dal “dar conto dei contenuti” dei file pubblicati dagli hacker, ricordando che “la diffusione di false informazioni e’ passibile di essere perseguita a norma di legge”. La squadra della campagna eleettorale di Macron ha già annunciato che, in caso di vittoria, il candidato di En Marche! celebrerà il successo davanti al Louvre,mentre il luogo dove Marine Le Pen potrebbe festeggiare non è stato divulgato. Quale che sia il risultato del ballottaggio, la polizia teme violenze da parte di gruppuscoli dell’estrema sinistra, come accaduto al termine del primo turno il 23 aprile in Piazza della Bastiglia, quando sono state arrestate 143 persone.

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