Altri tre lavoratori in nero nell’azienda del padre di Di Maio. Il vicepremier: “Mia hai mentito”

28 novembre 2018

Il caso del padre di Luigi Di Maio, finito nella bufera dopo il servizio delle Iene sui lavoratori in nero, si sta ingigantendo. Spuntano, infatti, altri tre lavoratori pagati in nero nell’azienda di famiglia del ministro del Lavoro e capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio. Si allarga così l’inchiesta delle Iene, che domenica 25 novembre avevano già rivelato come il padre del leader pentastellato, Antonio Di Maio, avesse dato del lavoro in nero a Salvatore Pizzo – rivelazione confermata dallo stesso Luigi di Maio – e ora si chiedono se lo stesso vice-premier sia stato in regola quando lavorava d’estate come muratore nell’impresa edile, che dal 2012 è di proprietà al 50% del ministro e della sorella Rosalba.

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Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, all’interno del Movimento 5 stelle si inizia a tremare. “Tocca a Luigi, siamo fregati”, si dice ai vertici. Nello stesso articolo si racconta di una furiosa litigata tra il vicepremier e il padre Antonio: “Mi hai mentito. Mi avevi detto che era un caso isolato e invece sono quattro in nero. Mi hai fatto fare questa figura davanti a tutti. E ora come faccio?”, si chiede preoccupato il leader del partito che ha fatto dell’onestà il suo cavallo di battaglia.

Molte cose non tornano nelle ricostruzioni del caso che si sono susseguite dopo il servizio delle Iene. Che ruolo ha Di Maio figlio nella vicenda? Ha commesso errori anche lui? Si chiedono all’interno del M5s. Luigi Di Maio non è del tutto estraneo alle vicende della società del padre, la Ardima Srl., dal momento che ne è socio, avendone ereditata una parte nel 2012. Oggi il ministro del lavoro è titolare del 50 per cento delle quote, insieme alla sorella Rosalba. È il terzo fratello a gestire l’azienda. “Molti di noi hanno mollato società e lavori per evitare conflitti d’interesse. Lui non ci lavorava, d’accordo, ma forse avrebbe fatto meglio a sbarazzarsene per tempo”, ha riferito un parlamentare al Corriere della sera. Di Maio si trova in una posizione “pericolosa” dal momento che dal suo ministero dipende l’Ispettorato del lavoro, che potrebbe potenzialmente intervenire sull’azienda di cui lui stesso è proprietario.

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Il Movimento 5 Stelle ha difeso il ministro, sostenendo, in una nota congiunta dei capigruppo, che queste notizie hanno l’obiettivo di “mettere in discussione la rettitudine di Luigi Di Maio” e altro non sono che “accanimento mediatico”. E mentre l’ex premier Matteo Renzi su Facebook attacca Di Maio, “non per il servizio delle Iene”, dice, ma per le sue politiche, tra cui il “decreto legge che favorisce i licenziamenti e il condono di Ischia”, la parlamentare del Pd Lia Quartapelle denuncia l’assenza dalla dichiarazione patrimoniale obbligatoria 2017 – che i deputati consegnano alla Camera – della partecipazione azionaria di Luigi Di Maio, allora vicepresidente della Camera, nella società del padre.

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