Il vescovo: “Il terremoto non uccide, uccidono le opere dell’uomo”

Il vescovo: “Il terremoto non uccide, uccidono le opere dell’uomo”
30 agosto 2016

Sfilano le bare portate a spalla dai militari e dai volontari della Croce Rossa. Nel tendone di oltre mille metri quadrati allestito nel piazzale dell’Istituto Don Minozzi, alle spalle del campo sportivo, cominciano ad affluire i feretri delle vittime del terremoto che la notte del 24 agosto ha piegato l’Italia centrale. Arrivano anche i familiari, fiori e biglietti per ricordare i defunti. Significativo e commovente il luogo dove si svolgeranno le esequie presiedute da monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti: dietro all’altare una struttura interamente distrutta e ridotta in macerie. A fianco dell’altare la statua della Madonna posizionata sopra un cumulo di detriti; in alto i vigili del fuoco hanno installato un crocifisso appeso con un cordone. Arrivano piano piano anche i parenti delle vittime, stretti tra il dolore e la commozione. Inizialmente la prefettura di Rieti aveva annunciato che si sarebbero svolti a Rieti per ragioni di sicurezza legate anche alla viabilità e al temuto maltempo. Ma dopo le proteste dei cittadini, e una telefonata del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi al premier Matteo Renzi, si è deciso per la cittadina colpita dal sisma. Sono presenti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il premier Matteo Renzi e i presidenti di Senato e Camera, Grasso e Boldrini.

“Siamo qui per pregare” e subito il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili ha letto la lunga lista di tutti i nomi delle vittime del sisma, sotto il tendone allestito ad Amatrice e dove sono state disposte le bare. Sono solo 28 le bare, due bianche, ma il vescovo ha letto i nomi di tutte le vittime, 242 tra Amatrice e Accumoli. In silenzio i familiari e la folla di persone arrivate per dare l’ultimo saluto. Una folla che non entra tutto sotto il tendone allestito dalla protezione civile e dai vigili del fuoco e che sta raccolta tutta intorno al piazzale, con gli ombrelli a ripararsi dalla pioggia. Tutti ascoltano lo scorrere dei nomi di chi non c’è più, in silenzio. E al termine della lettura la commozione si è sciolta in un lungo applauso. Nell’omelia il vescovo Pompili ha detto che “il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo!”. “Dio non può essere utilizzato come il capro espiatorio” anche in casi di tregedie come quelle del terremoto e della “devastazione di Amatrice e di Accumoli”.

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Nel frattempo, si è appreso che l’Autorità nazionale anticorruzione ha chiesto alla Guardia di Finanza di acquisire la documentazione necessaria per svolgere accertamenti sugli affidamenti degli appalti di gara per la ristrutturazione della scuola “Romolo Capranica” di Amatrice. L’edificio era stato ristrutturato nel 2012 ma è crollato per il terremoto del 24 agosto. Al momento non ci sono fascicoli aperti da parte dell’Anac. L’ultimo bilancio del dipartimento della protezione civile è di 292 morti. Sono 229 le vittime ad Amatrice, 11 ad Accumoli e 50 ad Arquata del Tronto. Ma la responsabile dell’ufficio emergenze della Protezione civile Immacolata Postiglione, nel punto stampa da Rieti, ha detto che sono in aggiunta due persone estratte senza vita dalle macerie ad Amatrice. Le persone assistite sono 3554, di queste 999 trovano alloggio nelle strutture messe a disposizione nella Regione Lazio, in 1351 trovano posto nelle Marche, 1072 persone trovano alloggio nelle aree e strutture predisposte in Umbria e un centinaio di persone risultano alloggiate in aree allestite in Abruzzo. La disponibilità complessiva è di oltre 5871 posti, ai quali si aggiunge la possibilità di predisporre ulteriori moduli secondo necessità.

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