Amnesty International: un anno fa la foto di Aylan, ma la vergogna continua

Amnesty International: un anno fa la foto di Aylan, ma la vergogna continua
2 settembre 2016

Ban Ki-moonIl 2 settembre 2015 la foto di Aylan Kurdi, il bambino annegato ritrovato su una spiaggia turca, faceva il giro del pianeta provocando commozione e sdegno: un anno dopo, i leader del mondo continuano a non dare risposte alla crisi globale dei rifugiati. Come ricorda un comunicato diffuso da Amnesty International, a luglio, i negoziati preparatori del vertice delle Nazioni Unite sui rifugiati del 19 settembre hanno rinviato al 2018 l`esame della proposta del segretario generale Ban Ki-moon (foto) di un “Global compact sulla condivisione delle responsabilità sui rifugiati”. “A settembre rischiamo di assistere a un altro conclave di leader mondiali che terminerà con dichiarazioni ipocrite mentre altri bambini resteranno a soffrire” – ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International.

“Se non si assumeranno maggiori responsabilità di fronte alla crisi che si sviluppa davanti ai loro occhi e se non accoglieranno un maggior numero di persone in fuga dalla guerra e dalla persecuzione, i paesi più ricchi condanneranno altre migliaia di bambini a rischiare la vita in viaggi pericolosissimi o a rimanere intrappolati in campi per rifugiati senza alcuna speranza per il futuro” – ha aggiunto Shetty. “L`incredibile moto di compassione mostrato l`anno scorso per Aylan Kurdi dovrebbe estendersi agli innumerevoli bambini rifugiati che sono alla disperata ricerca di aiuto. I governi stanno gestendo la crisi dei rifugiati con egoismo, come se le persone che rappresentano non fossero in grado di provare solidarietà per chi si trova oltre la frontiera. È giunto il momento di affrontare la crisi dei rifugiati in prima persona e di mostrare ai nostri leader che noi vogliamo accogliere i rifugiati” – ha concluso Shetty.

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