Analisi Istituto Cattaneo, vere vincitrici liste senza simboli partito

Analisi Istituto Cattaneo, vere vincitrici liste senza simboli partito
28 giugno 2017

“Centrodestra senza baricentro, centrosinistra senza perimetro. Successo netto per le liste senza simbolo di partito”. E’ il titolo scelto dall’Istituto Cattaneo, ed anche la sintesi, per la sua analisi sul voto delle elezioni amministrative 2017. Una analisi, come al solito, approfondita da cui viene la conferma che “Sono state le coalizioni le vere vincitrici della tornata elettorale che si e’ appena conclusa”. Coalizioni che nel 40% dei casi di vittoria ha contribuito in modo determinante l’apporto di “realta’ molto diversificate, talvolta camuffate dietro liste civiche senza simbolo di partito e dall’orientamento partitico poco decifrabile” e questo soprattutto per quanto riguarda un centrodestra in cui e’ la Lega a fare da “traino”. Venendo all’analisi, “Nella maggior parte dei comuni superiori ai 15 mila abitanti – si legge – e’ risultata vincente un’alleanza tra diversi partiti – tenuti insieme di volta in volta da programmi orientati verso il centrodestra o il centrosinistra – oppure da aggregati di liste civiche. Il Movimento 5 stelle, che programmaticamente rifiuta ogni possibilita’ di alleanza con altri partiti, mostra a livello locale tutti i suoi limiti, ma anche alcuni evidenti punti di forza: solo nel 9% dei casi riesce ad entrare nella sfida dei ballottaggi, pero’ una volta che vi accede diventa, nell’80% delle circostanze, imbattibile”. La vittoria delle coalizioni, soprattutto quella del centrodestra sul centrosinistra, “nasconde una realta’ molto diversificata che va analizzata con precisione per capire quali sono concretamente i partiti che, all’interno dei rispettivi schieramenti, possono definirsi i veri vincitori. E “Analizzando nel dettaglio la coalizione di centrodestra, emerge chiaramente come nella maggior parte dei 159 comuni superiori siano state le liste civiche (senza simboli di partito) ad ottenere il miglior risultato. Per la precisione, in 29 comuni sui 70 complessivi vinti dal centrodestra la lista piu’ votata era di natura civica.

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Un dato molto significativo, soprattutto per la discussione avviata nel centrodestra in questi ultimi giorni, sulla leadership della coalizione in vista delle prossime scadenze elettorali. Considerata l’incerta natura politica delle liste civiche, sara’ necessario capire in futuro l’orientamento partitico del loro elettorato e le preferenze tra i diversi leader in lizza”. Tra i partiti del centrodestra, “e’ la Lega nord quella che ottiene – in 23 casi su 70 – il miglior successo tra le liste ‘partitiche’ della coalizione. Anche questo dato conferma, in molti casi, la presenza di un ‘traino’ leghista nel successo del centrodestra (in aggiunta a quello civico)”. Le liste di Forza Italia arrivano prime nell’ambito della loro coalizione “solamente in 17 citta’”, mentre “solo in un caso (Pistoia) e’ la lista di Fratelli d’Italia-An” ad avere la meglio nel confronto con gli ‘alleati’ del centrodestra. “Tra i partiti della coalizione e’ quindi la Lega nord – nell’analisi dell’Istituto Cattaneo – ad avere vinto il ‘derby’ contro il partito di Berlusconi, ma l’incertezza che deriva dalla numerose liste civiche incluse nella coalizione rende ancora piu’ complessa e aperta la partita della leadership nel centrodestra”. Sul fronte del centrosinistra, il quadro e’ “decisamente meno frammentato” ed e’ “il Pd ad essere il vero kingmaker: in quasi 3 casi su 4 le liste Pd si sono rivelate le piu’ votate della coalizione, dando un contributo rilevante al successo dell’intero schieramento”. Nella classifica delle liste piu’ votate nel centrosinistra solo il secondo posto spetta alle ‘civiche’: “in un quarto dei casi (15 su 72) queste liste senza simbolo di partito hanno preso piu’ voti di tutti gli altri alleati della coalizione”. In un solo caso una lista della ‘sinistra alternativa’ ha vinto rispetto alle altre dello schieramento di centrosinistra: e’ accaduto nel per il comune di Arzano, dove al ballottaggio la lista ispirata dal nuovo movimento politico Democrazia autonomia (demA) creato dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha prevalso su quella dem.

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Nell’immagine derivante da questa analisi interna agli schieramenti di centrosinistra e centrodestra, quindi, emergono due distinti problemi. Nel centrodestra, l’esito delle elezioni amministrative “ha indicato il possibile perimetro della coalizione” FI-LEGA-FdI “ma ha lasciato aperto il problema del suo baricentro” che “unita all’incognita rappresentata dalle liste civiche, rendono del tutto incerta la questione delle leadership in preparazione delle prossime politiche”. Nel centrosinistra il problema e’ “opposto” cioe’ “Possiede un baricentro”, il Pd, “ma non ha ancora individuato un possibile perimetro per l’eventuale coalizione con la quale si presentera’ alle prossime elezioni”. Tornando al centrodestra “lo schema di gioco unitario tra i partiti alleati ha spesso premiato questa scelta strategica” che ha portato la vittoria nel 50% dei casi (44 su 88), mentre “la coalizione del Pd e dei suoi alleati riesce a vincere all’incirca il 36%” degli scontri diretti col centrodestra. Nei pochi casi rimanenti, sono stati i candidati degli altri schieramenti a vincere l’elezione: il M5s in 4 casi e le liste civiche in 8. “In generale, questo implica che quando il centrodestra e il centrosinistra si presentano entrambi uniti, lo spazio per terzi poli o altre candidature – sentenzia l’Istituto Cattaneo – si restringe in misura significativa”. “Per concludere, queste elezioni amministrative hanno decretato la vittoria delle coalizioni, soprattutto per il centrodestra. Al loro interno, pero’, – si sottolinea – queste alleanze nascondono realta’ molto diversificate, talvolta camuffate dietro liste civiche senza simbolo di partito e dall’orientamento partitico poco decifrabile”. Ed osservando “il dato nella sua globalita’” e’ “evidente che sono state le liste civiche a vincere queste elezioni o, piu’ correttamente, a contribuire in modo decisivo alla vittoria dell’uno o dell’altro schieramento in quasi il 40% dei casi”. “Pero’, alle elezioni politiche queste liste apartitiche si ricorda – scompariranno e i loro elettori dovranno decidere se e come, cioe’ per quale partito, votare” e il loro comportamento “sara’ decisivo”.

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