Anche gli arbitri pensano a reddito di cittadinanza. Gravina (Figc): “Sa di assistenzialismo”

Anche gli arbitri pensano a reddito di cittadinanza. Gravina (Figc): “Sa di assistenzialismo”
Il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi
19 marzo 2019

Anche gli arbitri pensano al reddito di cittadinanza. L’idea è stata anticipata dal presidente dell’Aia Marcello Nicchi, nel corso di una trasmissione radiofonica: “Stiamo pensando a un reddito di cittadinanza arbitrale”. L’idea è stata anticipata dal presidente dell’Aia Marcello Nicchi, nel corso di una trasmissione radiofonica.

“Abbiamo dei professionisti che per arbitrare in A ed in B lasciano il lavoro. Quando finisce l’attività si ritrovano senza nulla, a una età avanzata. Non escludiamo di creare un fondo di solidarietà della durata di uno-due anni, per dare agli arbitri la possibilità in questo lasso di tempo di ricrearsi una vita, un lavoro”.

All’idea di un reddito di cittadinanza per gli arbitri a fine carriera ha storto il muso Gabriele Gravina. “Mi piace poco questo termine perché sa di assistenzialismo – ha chiosato il presidente della FIGC -. Credo comunque sia giusto supportare in un processo di solidarietà gli arbitri che hanno scelto il professionismo in un processo di solidarietà e poi a 40 anni si ritrovano dismessi con una famiglia a carico”.

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