Anche le “squillo” conteggiate nel Pil

23 maggio 2014

Non solo beni e servizi, anche droga, prostituzione e alcool entreranno nel calcolo del Pil nazionale. È quello che proverà fare l’Istat il prossimo 3 ottobre, eseguendo quanto imposto dall’Europa e dal suo istituto di statistica, Eurostat. La novità è stata comunicata ieri, ma è in realtà solo l’applicazione di una norma del 1995, il cosiddetto Sec95, il sistema dei conti nazionali. Il business degli stupefacenti, del contrabbando delle sigarette e il mercato del sesso saranno conteggiati e concorranno a pieno titolo a misurare la situazione economica del Paese, a calcolare il Pil. Da quest’anno cambia, infatti, il Sistema dei conti nazionali e tutti i Paesi europei, Italia compresa, dovranno contabilizzare anche i proventi delle attività illegali. Il cambiamento viene giustificato con la motivazione che le stime devono essere il più possibile esaustive e quindi devono comprendere tutte le attività che producono reddito. Il nuovo modello secondo le stime della Commissione europea, avrà un impatto sul Pil italiano tra +1 e +2%, sotto la media europea del +2,4%.

 Gli economisti dell’Istat però sono scettici sulla possibilità di misurare l’incidenza economica di queste attività illegali, per il semplice fatto “che si sottraggono a qualsiasi forma di rilevazione, e lo stesso concetto di attività illegale può prestarsi a diverse interpretazioni”. I conti nazionali sono il principale strumento di misurazione statistica della situazione economica complessiva di un paese. Vengono utilizzati dalle autorità pubbliche e da soggetti economici e sociali, che derivano da essi molte informazioni sulla base delle quali prendere decisioni. L’ex presidente Istat, Enrico Giovannini, attualmente in pole position per un ritorno alla guida dell’Istituto di via Balbo, ostenta però soddisfazione per la novità voluta dall’Europa. “È un passo importante”, per avere un quadro sempre più realistico dei conti nazionali. “La notizia è interessante ma vorrei segnalare che non è legata a un nuovo Sistema dei conti nazionali (Sec) perchè l’inserimento delle attività illegali era già previsto dal Sec del 1993 e in seguito da quello europeo del ’98 ma non veniva applicato in quanto non era stata trovata una concordanza sulla metodologia”.

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 Per Giovannini “è un passo utile e importante per i conti nazionali sempre più rappresentativi dell’effettiva attività produttiva di un Paese, ivi compresa quella, purtroppo, illegale”. Si tratta, comunque, di stime del Pil basate su “rilevazioni molto difficili, così come per l’evasione fiscale e l’economia irregolare”, commenta ancora Giovannini, ricordando che “il metodo usato per stimare l’economia sommersa dall’Ocse e dall’Eurostat, è basato proprio sul metodo italiano formulato dall’Istat”. Secondo ultime stime del Procuratore Nazionale Antimafia, la droga comunque, è il mercato più attivo: quasi 25 miliardi di giro d’affari. E per capirne l’estensione basta confrontare il suo fatturato in Italia, 25 miliardi esentasse, con quello del comparto moda, il più importante del ramo tessile, che fattura 45 miliardi lordi. (Il Tempo)

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