Ancora un dietrofront di Renzi: si va a votare nel 2018. Pisapia, l’incubo dell’ex premier

Ancora un dietrofront di Renzi: si va a votare nel 2018. Pisapia, l’incubo dell’ex premier
Il segretario Pd, Matteo Renzi e il leader di Campo progressista, Giuliano Pisapia
7 giugno 2017

“Sulle elezioni: abbiamo detto che per noi si va al 2018, chiedendo di continuare sulla strada tracciata nelle ultime leggi di bilancio”. In sostanza, il segretario del Pd Matteo Renzi ora fa marcia indietro sul voto anticipato. Come dire, non è la prima volta che l’ex premier lancia un sasso nello stagno per scuotere le acque e poi fa dietrofront. D’altronde, ora lo scenario è cambiato con il cantiere aperto da Pisapia e Speranza per dar vita a un nuovo centrosinistra. E per ciò Renzi è in fribillazione. “Se il Pil – scrive su Facebook – cresce e la disoccupazione cala il merito è delle misure approvate negli scorsi mesi: dobbiamo continuare sulla stessa strada perché è giusto, non perché ci siamo affezionati. Quelli che ci accusano di tramare contro il (nostro) governo nel frattempo non votano la fiducia: non vi sembra un po’ strano? Dunque, che si fa? Ci si sorride sopra, senza consentire a nessuno di farci arrabbiare o di cambiare umore. Ma prima o poi arriverà il momento di discutere di contenuti. E qui li vogliamo”, dice ancora.

Renzi vuol discutere, scrive, “di come investire in educazione, cultura e sicurezza, di come raggiungere gli obiettivi di Parigi, di come finanziare i progetti per le periferie e per la povertà, di come creare posti di lavoro e di come cambiare l’Europa, di come sbloccare le opere ancora ferme e di come insistere sulla banda larga e l’innovazione tecnologica. Per noi la priorità sono gli italiani. Rispettiamo tutti ma non ci facciamo prendere in giro da nessuno. Se qualcuno pensa di avere soluzioni migliori di quelle attualmente in discussione, lo dica: abbiamo tutto da imparare”. “Le proposte però devono avere i voti in Parlamento. Altrimenti sono solo parole in libertà. Fino a quel momento noi lavoriamo sui progetti e sulle cose concrete. E, nei comuni in cui si vota, per i nostri candidati alle amministrative. Criticare tutto e sempre è facile. Avere dei progetti concreti per andare avanti è il nostro compito. Pronti a fare tesoro di ogni suggerimento. Ma per andare avanti, avanti, avanti. Perché a bloccare l’Italia ci sono già riusciti in tanti. Il nostro compito è un altro: sbloccarla. Abbiamo iniziato, c’è molto ancora da fare. Avanti, insieme”, conclude l’ex premier.

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