Ansia per i ragazzi, trovato cunicolo per la grotta. Morto un soccorritore

6 luglio 2018

É una corsa contro il tempo. Dopo la morte di un ex sommozzatore della marina thailandese, che faceva parte della squadra di soccorso, il mondo resta con il fiato sospeso per la sorte dei 12 ragazzi di una squadra di calcio e del loro allenatore, intrappolati da quasi due settimane in una grotta allagata in Thailandia, a Tham Luang. Si lavora senza sosta ma inizia a mancare l’ossigeno e la minaccia della piogge monsoniche, insieme alla difficoltà di avanzare, ha fatto ammettere al comandante dei sommozzatori della Marina reale thailandese che il tempo per salvarli è limitato.

Ma emerge una nuova speranza di raggiungerli. Il quotidiano thailandese Khao Sod nella sua versione online riporta la notizia della scoperta di un cunicolo largo circa un metro che dovrebbe portare non lontano dal punto dove si trovano i ragazzi, a circa 150-200 metri da loro. I soccorritori stanno cercando di verificarne l’accesso. Passare da lì sarebbe il modo più facile, più rapido e meno pericoloso per salvarli. Nel campo dei soccorsi si respira un’aria cupa, dopo la gioia dei giorni scorsi quando i ragazzi, a nove giorni dalla loro scomparsa, sono stati trovati stanchi, affamati, ma vivi su un piccolo rilievo quattro chilometri all’interno della grotta. Il subacquaeo, Saman Kunont, ha perso conoscenza ed è morto sulla via del ritorno dalla camera dove si trovano i ragazzi.

Faceva parte di un gruppo cha tentava di portare un tubo per far affluire ossigeno all’interno della grotta. I giovani calciatori hanno dagli 11 al 16 anni, la maggior parte non sa nuotare e nessuno ha esperienze di immersioni. Il vice governatore di Chiang Rai Passakorn Boonyaluck ha dato ai giornalisti la “triste notizia” della morte dei sub. A chi gli chiedeva come i ragazzi potranno uscire in sicurezza se un sub esperto non ce l’ha fatta, Apakorn ha detto che verranno prese maggiori precauzioni. Per i sub più esperti il viaggio di andata ritorno dura 11 ore.

L’incidente è un duro colpo alla macchina dei soccorsi, avviata quasi due settimane fa quando la squadra dei “cinghiali selvaggi” è scomparsa nella grotta dopo un allenamento. La vicenda tiene la Thailandia con il fiato sospeso, mentre la missione di salvataggio, senza precedenti, è sotto la minaccia della piogge monsoniche. Le forti piogge delle mattinata si sono fermate oggi, dando qualche speranza ai soccorritori che pompano l’acqua dalla caverna 24 ore al giorno. I ragazzi hanno ricevuto un training di base sulla respirazione e sulle attrezzature subacquee nel caso venga dato l’ordine di evacuazione. Ma le autorità temono i rischi estremi a cui andrebbero incontro.

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