Appalti Anas, 10 arresti per corruzione. In manette ex sottosegretario. Un indagato: “Se viaggi solo non fai niente”

Appalti Anas, 10 arresti per corruzione. In manette ex sottosegretario. Un indagato: “Se viaggi solo non fai niente”
22 ottobre 2015

meduri“…Se viaggi da solo non fai niente… chi ha cercato di viaggiare da solo, poi l’hanno azzoppato perché, poi, alla fine, non ti riconoscono più…”. E’ questo che – come riportato nelle intercettazioni contenute nell’ordinanza di custodia cautelare – i membri di ‘un vero e proprio ‘sistema’ criminogeno, specializzato e consolidato da anni’, che gestiva un continuo flusso di corruzione in Anas, dicevano alle persone alle quali chiedevano soldi. L’operazione ‘Dama Nera’ è scattata oggi alle prime ore dell`alba: circa 300 finanzieri del comando provinciale di Roma hanno eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di 5 dirigenti e funzionari di Direzione Generale di Roma dell’Anas, 3 imprenditori, titolari di aziende appaltatrici di primarie opere pubbliche, un avvocato e un politico, già sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e presidente della Regione Calabria alla fine degli anni `90, Luigi Meduri (foto). Oltre 90 le perquisizioni effettuate in Lazio, Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Piemonte, Veneto e Abruzzo, con il supporto anche dei Nuclei di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza alle sedi di Bari, Arezzo, Catanzaro, Catania, Gorizia, Cosenza, Padova, Messina, Siracusa, Udine, Torino, Vercelli e Venezia.

Il provvedimento cautelare è stato emesso sulla scorta delle risultanze delle investigazioni del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma. In tutto, però, sono 31 gli indagati coinvolti in quella che, per la procura, è una vera e propria cellula criminale, costituita da dirigenti e funzionari “corrotti” di Anas che, abusando dei propri poteri, sono riusciti ad ottenere utilità e provviste corruttive da imprenditori, titolari di società di rilievo nazionale, in alcuni casi con l`intervento di un “colletto bianco” (un avvocato di Catanzaro) e di Meduri. Tra le ipotesi di reato emerse associazione per delinquere, corruzione per l`esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri d`ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità e voto di scambio. Figura centrale e principale indagata è la ‘Dama Nera’, Antonella Accroglianò, dirigente responsabile del coordinamento tecnico amministrativo di Anas, vero e proprio deus ex machina all`interno del sodalizio, che ha visto la fattiva compartecipazione di ulteriori dirigenti dell`azienda pubblica, come Oreste De Grossi (dirigente responsabile del servizio incarichi tecnici della condirezione generale tecnica), Sergio Serafino Lagrotteria (dirigente area progettazione e nuove costruzioni) nonché di funzionari “di rango minore”, come Giovanni Parlato e Antonino Ferrante, tutti oggi destinatari di provvedimento restrittivo.

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Sul punto, ‘assolutamente evidenti ed inequivocabili gli immorali principi che ispirano la donnaanello svolgimento del suo incarico dirigenziale: tanto da offrire, in un esplicito do ut des, il suo sostegno ad un altro dipendente Anas ovvero a far intendere, ai sodali Parlato e Ferrante i suoi illeciti propositi (“speriamo di tenerci forte come abbiamo fatto fino ad adesso…e di fare tutti un saltino in avanti per poterci aiutare… perché quello è poi lo scopo.. capito? che chi.. io sono stata abituata in questo modo.. chi cresce, chi fa un salto in avanti, si porta gli altri dietro.. questa è la scuola”), soprattutto in relazione al recente cambio del top management di Anas. La condotta illecita si è concretizzata nello sblocco di contenziosi in essere con l`Anas, nella velocizzazione delle pratiche inerenti i relativi pagamenti, nella disapplicazione di penali ed, ancora, nel favorire l`ottenimento di fondi illecitamente maggiorati. In altri termini, le investigazioni hanno consentito di accertare come i dipendenti pubblici si siano esclusivamente occupati di curare e favorire l`interesse particolare di imprenditori con cui, per ragioni d`ufficio, si interfacciavano, a completo discapito dell`interesse generale, riguardante la corretta edificazione di opere pubbliche strategiche per la collettività.

Ad ora, gli autori degli episodi di corruzione, nei confronti dei pubblici ufficiali, sono Concetto Albino Bosco Lo Giudice e Francesco Domenico Costanzo, noti imprenditori di origini catanesi, oggi destinatari di provvedimento restrittivo, a cui sono riferibili le società di rilievo nazionale Tecnis spa e Cogip infrastrutture spa, entrambe con sede legale a Tremestieri Etneo. E ancora Giuliano Vidoni, anch`egli destinatario di provvedimento restrittivo e titolare della Vidoni spa, con sede legale a Travagnacco. E ancora Francesca e Girolamo De Sanctis della De Sanctis costruzioni spa, con sede legale a Roma, destinatari di avviso di garanzia e infine Giuseppe Ricciardello, titolare della Ricciardello costruzioni SRL, con sede legale a Roma, destinatario di avviso di garanzia. Pienamente coinvolto nell`illecito rapporto di corruttela è Luigi Meduri, arrestato oggi, già presidente della Regione Calabria, dal gennaio 1999 all`aprile 2000, deputato nella XIV legislatura (Margherita Ulivo) e, dal maggio 2006 al maggio 2008, sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture del Governo Prodi, ‘oscuro faccendiere – spiega la Gdf – che, da un lato, ha sostenuto le illecite richieste degli imprenditori e dall`altro, si è interessato per la corresponsione di indebite provviste di denaro da parte di questi ultimi in favore dei dipendenti pubblici investigati ed ha anche richiesto alla Dama Nera l`assunzione e/o la riconferma dell`impiego in Anas di due geometri di suo diretto interesse. Le aziende facenti capo ai due imprenditori catanesi sono risultate aggiudicatarie di un appalto dell`Anas per un importo pari a oltre 145 milioni di euro, per la progettazione e l`esecuzione della Variante di Morbegno, dallo svincolo di Fuentes allo svincolo del Tartano.

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I due, in realtà, volevano cedere il ramo d`azienda (in realtà l`appalto), relativo alla realizzazione della Variante di Morbegno, in favore di un`altra società con sede a Sondrio e per questo hanno posto in atto plurimi episodi di corruzione, concretizzatisi in 6 dazioni di denaro, dal dicembre 2014 all`agosto 2015, per un totale pari ad almeno 150.000 euro. Per quanto riguarda Giuliano Vidoni, titolare della Vidoni, importante azienda operante nella realizzazione di opere pubbliche, aggiudicataria di appalti con l`Anas nel periodo tra il 2006 e il 2014, per un importo totale pari a oltre 275 milioni di euro, la Accroglianò si attivò per l`adozione degli atti finalizzati al pagamento ed all`erogazione dei corrispettivi contrattuali in favore della società Vidoni spa, in via privilegiata rispetto ad altre imprese realizzatrici, facendosi indebitamente promettere, quale corrispettivo, l`assunzione di un soggetto “di suo interesse” presso una società del gruppo riconducibile all`imprenditore friulano: assunzione, poi, effettivamente avvenuta nel febbraio 2015. Un altro episodio corruttivo accertato ha riguardato l`esproprio di un terreno da parte di Anas spa, in relazione al quale è stata documentata la corresponsione di una provvista corruttiva, per un importo pari a 50.000 euro, materialmente effettuata da parte del legale catanzarese Eugenio Battaglia, oggi destinatario di provvedimento restrittivo ai domiciliari, per conto dei proprietari del cespite, identificati nei fratelli Giuseppe e Saverio Silvagni, anch`essi di origini calabresi ma da tempo dimoranti a Roma, destinatari di avviso di garanzia.

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Sempre nel corso delle indagini, è stato individuato un gravissimo episodio, ‘assolutamente esplicativo dello spessore criminale della dirigente pubblica Accroglianò. È stato rilevato, infatti, come quest`ultima avesse consigliato ai titolari di un`azienda, aggiudicataria di un appalto pubblico in Calabria, di subappaltare alcune opere a ditte facenti capo ad imprenditori già noti alle cronache giudiziarie per contiguità alla criminalità organizzata di stampo `ndranghetista, i quali avrebbero garantito la necessaria sicurezza in un territorio ad alta densità mafiosa’. La donna, nei rapporti corruttivi con la De Sanctis spa in ordine alla realizzazione di opere pubbliche nel comune di Palizzi (RC), ‘non solo ha richiesto l`assunzione di operai/geometri, ma ha esercitato inequivoche pressioni affinché la fornitura del calcestruzzo ovvero il movimento terra – attività notoriamente di interesse quasi esclusivo delle cosche di `ndrangheta in quei territori – venisse affidato a persona di fiducia della Accroglianò stessa, che avrebbe così garantito la sicurezza del cantiere da interventi o pressioni di gruppi criminali egemoni nella zona di competenza. Da ultimo, ad aggravare ulteriormente il già fosco quadro indiziario, è emerso un chiaro episodio di voto di scambio, concernente la promessa di assunzione lavorativa in Anas S.p.a. ovvero in società collegate, effettuata dalla Accroglianò in favore di un soggetto calabrese, in cambio del sostegno elettorale fornito al fratello, candidato (non eletto) alle elezioni regionali in Calabria dello scorso novembre 2014’.

Articolo aggiornato alle 11:48

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