Appalti e tangenti su lavori Centrale Enel di Brindisi, 5 arresti

Appalti e tangenti su lavori Centrale Enel di Brindisi, 5 arresti
5 maggio 2017

Cinque persone sono state arrestate dalla guardia di finanza di Brindisi nell’ambito di un’inchiesta su presunte tangenti per appalti della centrale Enel Federico II di Brindisi. Si tratta di funzionari e dipendenti della societa’, destinatari di quattro ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari e una in carcere. Secondo le indagini – coordinate dai sostituti procuratori Milto Stefano De Nozza e Francesco Carluccio – alcuni lavori effettuati alla centrale Enel sarebbero stati dirottati verso alcuni imprenditori, che avrebbero dato in cambio denaro e altre utilita’. Sono quattro funzionari di Enel Produzione e l’addetto alle relazioni esterne della Centrale Federico II di Brindisi. In carcere e’ finito Carlo Depunzio, di Mesagne (Br), responsabile delle relazioni esterne, che – secondo le tesi della Procura accolte dal gip Stefania De Angelis – avrebbe ricevuto in totale tangenti per 230mila euro. Ai domiciliari si trovano invece Domenico Iaboni di Roma, Fabiano Attanasio di Brindisi, Vito Gloria di Brindisi, Nicola Tamburrano di Torre Santa Susanna (Br).

Tutti sono accusati di corruzione continuata, reato contestato nella qualita’ di dipendenti di una societa’ che svolge servizi di pubblica utilita’ e quindi equiparati nelle funzioni ai pubblici ufficiali. Risulta invece indagato l’imprenditore di Monteroni (Le), coinvolto nel presunto sistema di tangenti dal 2010 e per il quale il gip non ha ritenuto sussistenti esigenze cautelari. L’inchiesta e’ partita proprio dalla confessione dell’imprenditore, risucchiato in un sistema in cui per ottenere gli appalti era costretto a versare mazzette pari al 5% di ogni lavoro. Stando a quanto spiegato dal procuratore di Brindisi, Marco Di Napoli, una parte del denaro e delle utilita’ sarebbe stata versata all’addetto alle relazioni esterne e un’altra parte ai funzionari incaricati di constatare l’avanzamento dei lavori effettuati. Uno dei tecnici, il project manager delle gare d’appalto Domenico Iaboni, e’ stato licenziato autonomamente da Enel pochi mesi fa. “Enel ha avuto un atteggiamento collaborativo e trasparente”, che ha aiutato la magistratura a fare luce sul sistema di tangenti messo in atto a insaputa dei vertici aziendali da alcuni dipendenti della Centrale Federico II di Brindisi: lo ha sottolineato il procuratore di Brindisi, Marco Di Napoli, nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i particolari dell’inchiesta che stamattina ha portato in carcere Carlo Depunzio, addetto ad ambiente e sicurezza nella centrale Federico II (e non alle relazioni esterne) e altri quattro agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione continuata.

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Di Napoli ha chiarito che l’indagine e’ nata dalla denuncia dell’imprenditore di Monteroni al quale erano state chieste tangenti per ottenere degli appalti. L’imprenditore e’ indagato in concorso con i dipendenti Enel per corruzione. La denuncia fu fatta alla polizia e l’interrogatorio interrotto nel momento in cui emersero notizie di reato a carico dello stesso imprenditore. Nello stesso periodo, il titolare della ditta aveva preso contatti con i vertici di Enel, portando a loro conoscenza le presunte irregolarita’ nell’assegnazione dei lavori alla centrale di Cerano. Come ha spiegato il procuratore, “i vertici Enel hanno registrato il colloquio con l’imprenditore, con il suo consenso, depositando la registrazione nello studio di un notaio e mettendola poi a disposizione della Procura”. “Abbiamo molto apprezzato l’atteggiamento tenuto da Enel – ha aggiunto Di Napoli – che e’ stato lineare e collaborativo”. E’ stata la stessa azienda, subito dopo aver appeso dall’imprenditore le circostanze relative all’affidamento dei lavori, ad effettuare verifiche sulle effettive realizzazioni degli appalti, scoprendo che gli interventi pagati erano stati solo parzialmente realizzati. In conseguenza di tali evidenze, la ditta di Monteroni e’ stata estromessa dalla partecipazione a ulteriori appalti.

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