Appalti truccati, arrestato sindaco di Melilli

Appalti truccati, arrestato sindaco di Melilli
Il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta
13 febbraio 2019

Un giro d’appalti truccati nel Comune di Melilli, in provincia di Siracusa, e affidamento di servizi e lavori da parte degli uffici comunali a imprenditori compiacenti è stato scoperto dalla Polizia di Priolo Gargallo. Gli agenti, su delega della Procura di Siracusa, hanno arrestato e posto ai domiciliari (con il divieto di comunicare con persone diverse dai familiari e dal difensore) il sindaco di Melilli Giuseppe Carta, di 34 anni, e l’ex assessore ai Lavori pubblici, Sebastiano Elia, di 43 anni. Il divieto di dimora a Melilli e Francofonte, invece, è stato notificato al sindaco di Francofonte, Daniele Lentini. Nelle indagini sono coinvolti anche due dipendenti del Comune di Melilli e quattro imprenditori.

I quattro imprenditori sono accusati, a vario titolo, di diversi illeciti commessi ognuno nell’esercizio delle rispettive funzioni, nell’ambito di procedure di affidamento di lavori e servizi da parte di alcuni uffici del Comune di Melilli. Il sindaco Carta e l’assessore Elia avrebbero gestito in modo “arbitrario e per il soddisfacimento di interessi particolari le procedure amministrative finalizzate all’affidamento a privati di servizi e lavori da parte degli uffici comunali”. Per il gip, il sindaco Carta sarebbe stato il “promotore e capo del consesso organizzato per sfruttare il potere connesso al suo ruolo politico ed a quello di Elia, in modo da influenzare la scelta dei soggetti imprenditoriali selezionati come contraenti del Comune”.

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Sempre secondo il gip avrebbe esercitato “pressioni sui dirigenti preposti alle procedure di selezione del contraente o di affidamento diretto affinché riducessero fittiziamente, attraverso la scomposizione in più affidamenti, l’importo degli appalti, in modo da eludere le procedure più rigorose previste dalla normativa vigente, invitassero alle selezioni ditte e imprese da loro indicate e, in caso di affidamento diretto, aggiudicassero l’appalto alla ditta da loro indicata”. In alcune circostanze sarebbero stati accertati “accordi collusivi, con la complicità ed il concorso necessario degli imprenditori privati, per indirizzare lo svolgimento delle procedure negoziali di scelta del contraente verso la conclusione desiderata dagli indagati”.

Le indagini sono andate avanti dal marzo al novembre del 2018. Tra gli episodi emersi l’affidamento all’imprenditore Sebastiano Frachino di alcuni interventi di manutenzione, dove Carta secondo gli inquirenti avrebbe favorito il pagamento “di una fattura artificiosamente `gonfiata’ relativa al servizio di trasporto degli alunni della scuola materna e dell’obbligo”. Un servizio prima affidato “direttamente e senza alcuna procedura di selezione” all’impresa dell’imprenditore Vecchio che “grazie all’accordo illecito raggiunto con i titolari delle imprese concorrenti, Zuccalà e Biondi, ha continuato di fatto a prestarlo, incassandone i proventi, nonostante venisse formalmente affidato alle altre ditte”.

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