Approvato il Whistleblowing, Boldrini: “Passo avanti lotta illegalità”. Sisto (Fi): “Norma barbarica”

Approvato il Whistleblowing, Boldrini: “Passo avanti lotta illegalità”. Sisto (Fi): “Norma barbarica”
Il presidente della Camera, esponente LeU, Laura Boldrini
15 novembre 2017

La Camera ha approvato in via definitiva le disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati nell’ambito di un rapporto di lavoro, il cosiddetto whistleblowing, con 357 sì 46 no. Ecco alcune reazioni dopo il varo della norma.

BOLDRINI “L’approvazione in via definitiva della legge sul cosiddetto ‘whistleblowing’ – sulla tutela degli autori delle segnalazioni di reati – è un altro rilevante passo avanti del Parlamento nella lotta all’illegalità e in favore della trasparenza. Potranno essere d’ora in poi meglio garantiti coloro che, con grande senso civico, decidono di segnalare sui luoghi di lavoro comportamenti illeciti e casi di corruzione”. Lo sottolinea in una nota la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini. “E’ importante che il provvedimento abbia raccolto un larghissimo consenso tra le forze politiche, andando oltre le usuali contrapposizioni tra maggioranza e opposizione. Ed è molto positivo il fatto che la legge nasca anche dalle sollecitazioni di voci della società civile, da campagne di cittadinanza attiva che hanno trovato nelle Camere un ascolto attento”, conclude la Presidente della Camera.

GRASSO “Sono contento che oggi Montecitorio abbia approvato definitivamente la legge sul whistleblowing, uno strumento utilissimo a sostenere il coraggio e la rettitudine di chi denuncia la corruzione”. Lo scrive su Twitter il presidente del Senato Pietro Grasso.

SERENI “Il sì definitivo di Montecitorio alla di legge sul whistleblowing, ovvero le disposizioni per la tutela di chi segnala illeciti negli enti pubblici e privati, è un altro passo avanti nella costruzione di un’Italia migliore. Introducendo una nuova disciplina per proteggere da discriminazioni o ritorsioni chi denuncia fenomeni di corruzione, la norma integra le disposizioni già previste dalla ‘Legge Severino’ per i lavoratori del settore pubblico e privato”. Così la vice presidente della Camera, Marina Sereni dopo l’approvazione delle norme a tutela di chi segnala illeciti negli enti pubblici e privati. “Il provvedimento garantisce la tutela dell’identità e la protezione contro eventuali ritorsioni sul lavoro e atti discriminatori per chi segnala reati o irregolarità – spiega Sereni -. Il dipendente, pubblico o privato, che segnala all’Autorità nazionale anticorruzione o denuncia all’autorità giudiziaria condotte illecite, di cui è venuto a conoscenza grazie al proprio rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa che potrebbe avere effetti negativi. L’identità del segnalante non può essere rivelata ma, grazie agli emendamenti approvati, il “whistleblower” non può rimanere anonimo. Altrettanto importanti le norme che mettono in capo al datore di lavoro il dovere di dimostrare che eventuali misure organizzative adottate nei confronti del denunciante sono motivate da ragioni estranee alla segnalazione”. “Se pure perfettibile e con la necessità di monitorare i suoi effetti, la nuova legge può contribuire a moralizzare la vita sociale prima ancora della vita pubblica – conclude la vicepresidente della Camera -. Per questo il Pd ha scelto di collaborare con i gruppi di opposizione, a partire dal M5S promotore del primo testo, e lo ha votato con convinzione”.

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SISTO “L’approvazione della legge sul whistleblowing è una barbarie giuridica che legittima e incoraggia, negli ambienti di lavoro, un clima di costante e reciproco sospetto alimentato da accuse segrete e segretate. È una norma figlia del punto di incontro tra la cultura giustizialista del M5s e quella demagogico-censoria del Pd, a cui Forza Italia sarà sempre fermamente contraria”. Lo dichiara in una nota il deputato di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto. “Al ministro Finocchiaro e a tutta la compagnia del Pd che saluta questa norma quasi si trattasse di un intervento ‘salvifico’, facciamo notare – aggiunge – che non basta dare ai delatori la licenza di mentire per risollevare un Paese dilaniato dal governo Renzi-Gentiloni. L’unica vera conseguenza di questa legge sarà un sistema di ‘caccia alle streghe’ in cui il ‘denunciato’, anche se ingiustamente, potrà subire effetti catastrofici sul proprio percorso professionale”, conclude.

PARISI “L’avevamo già detto nei giorni scorsi: la legge sul whistleblowing è il frutto di una politica che non sa più essere autorevole e di una maggioranza che rincorre i Cinque Stelle sulla via della più becera demagogia. E’ una legge che incoraggia le vendette e le invidie sul posto di lavoro senza alcun concreto beneficio dal punto di vista del rispetto delle regole. Avevamo sperato che il Governo avrebbe dato prova di responsabilità e che il Parlamento non l’avrebbe votata. Ma così non è stato. Sono d’accordo con le preoccupazioni espresse oggi da esponenti di Forza Italia. La tutela di chi denuncia comportamenti scorretti e illeciti non va confusa con l’incoraggiamento della delazione”. Lo dichiara in una nota Stefano Parisi, leader di Energie per l’Italia.

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IANNUZZI “L’approvazione in via definitiva della proposta di legge sul whistleblowing è un significativo passo avanti per tutelare chi segnala illeciti e fenomeni corruttivi ma rimangono ancora importanti ‘vuoti’ legislativi”. E’ quanto dichiara il deputato Cristian Iannuzzi, primo firmatario di un’interrogazione parlamentare relativa al caso dell’avvocato Maria Capozza, vittima di mobbing e licenziata per aver denunciato illeciti e irregolarità. “La legge approvata – sottolinea – non ricomprende espressamente i lavoratori delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza (IPAB) -non ancora trasformate- e delle Aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP, ex-IPAB) tra i soggetti tutelati dalla nuova disciplina mentre paradossalmente questo settore, proprio per la sua speciale natura, contestualmente all’ingente patrimonio immobiliare posseduto e gestito, è potenzialmente ad alto rischio di corruzione”. Il deputato che sul tema ha presentato un ordine del giorno, accolto dal Governo, spiega che “in molte regioni, le IPAB sono ancora regolate dalla legge Crispi, non hanno natura pubblica né fanno parte delle P.A., ma non hanno neppure natura squisitamente privata, per effetto della loro soggezione alla vigilanza da parte delle Regioni medesime e/o per nomine e designazioni di alcuni componenti degli organi di governance da parte degli enti pubblici locali, tanto che costituiscono un unicum nel nostro ordinamento cosa che le rende preda di fenomeni corruttivi”. Inoltre Iannuzzi chiosa “la tutela del lavoratore andrebbe garantita anche in assenza di una segnalazione “formalmente” presentata, già quando il lavoratore pone in essere condotte di ostacolo alla corruzione al fine di ostacolare il processo o i processi corruttivi dalle quali abbiano avuto origine atti discriminatori, ritorsivi, persecutori o malversatori da parte del datore di lavoro”. “Oggi festeggiamo – conclude Iannuzzi – ma auspico che il Governo mantenga gli impegni presi prima che la legislatura volga al termine e colmi queste lacune normative per fronteggiare la corruzione e tutelare concretamente tutti coloro che con coraggio lottano quotidianamente contro la corruzione che affligge il nostro Paese”.

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