Archeologi iracheni a Londra per salvare patrimonio Mosul. Inizia un’altra battaglia

Archeologi iracheni a Londra per salvare patrimonio Mosul. Inizia un’altra battaglia
20 febbraio 2017

Le forze irachene si stanno battendo per sottrarre Mosul dalle mani dell’Isis e al British Museum di Londra un gruppo di archeologi si prepara ad una altra battaglia: salvare il patrimonio della seconda città dell’Iraq. Noto per i suoi studi sull’Iraq, Paese spesso descritto come la culla della civiltà, il museo londinese sta aggiornando da un anno esperti iracheni sulle ultime tecnologie per la conservazione e la documentazione del loro patrimonio culturale. “Quando la città sarà liberata, scatterà un vasto piano di ricostruzione del Museo di Mosul”, dove alcuni dei tesori pre-islamici sono stati saccheggiati, spiega all’Afp Sebastien Rey, del Programma di formazione del British Museum.

50 ESPERTI “Uno dei partecipanti sarà il primo archeologo a penetrare nel museo e a valutarne i danni”, prosegue all’indomani del lancio di una offensiva volta a riconquistare la parte occidentale di Mosul dopo aver ripreso il controllo della parte orientale. Il programma, che durera cinque anni, punta a formare 50 esperti iracheni per il giorno in cui i siti archeologici di Mosul saranno di nuovo accessibili, spiega il suo direttore, Jonathan Tudd. “Vogliamo fare qualcosa di costruttivo rispetto ad alcune delle più orrende distruzioni alle quali abbiamo assistito”, sottolinea, riferendosi ai diversi siti saccheggiati dai jihadisti negli ultimi anni. In Iraq, in Siria e in Mali, i jihadisti hanno preso di mira numerosi siti archeologici patrimonio mondiale dell’Unesco, come i mausolei di Timbuctù e i templi di Palmira. Il corso di formazione lanciato dal British Museum nel gennaio 2016 dura un semestre, diviso fra tre mesi a Londra e tre mesi in Iraq. Uno degli esperti che ha terminato il programma è attualmente impegnato nel lavoro di valutazione dei danni causati alle rovine di Nimrud, gioiello dell’impero assiro fondato nel XIIIesimo secolo e distrutto con ruspe, picconi e esplosivi dall’Isis.

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