Ardizzone, abbiamo tolto da tempo vitalizi ai deputati condannati. E Roma ancora discute

Ardizzone, abbiamo tolto da tempo vitalizi ai deputati condannati. E Roma ancora discute
26 febbraio 2015

“Non faccio un caso di mal comune mezzo gaudio. Ma gli assegni di reversibilita’ si pagano in tutta Italia e ci sono situazioni scandalose in Sicilia come al Parlamento nazionale. Noi li abbiamo resi pubblici ed e’ diventato un caso, sul sito di Camera e Senato invece non sono contemplati gli assegni di reversibilita’”. Lo ha affermato il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, intervistato da SkyTg24 sui vitalizi. E, in particolare, sui vitalizi ai condannati Ardizzone ha ricordato: “noi li abbiamo sospesi in base ad un parere dell’Avvocatura”. E a Roma, invece, ancora si discute. “Già da diversi mesi abbiamo preso questa decisione dopo avere ottenuto un parare dell’Avvocatura dello Stato. Dal punto di vista giuridico il problema è complesso – dice ancora Ardizzone a Sky Tg24 – L’avvocatura ha risposto che la soluzione la si trova nel Codice penale: cioè a coloro che sono interdetti dai pubblici uffici in via temporanea o perpetua con la pena accessoria è impedito l’assegno vitalizio. Con questo parere ho sospeso l’assegno vitalizio al Presidente Cuffaro ma ci sono anche altri casi”. “Non faccio un caso di ‘mal comune mezzo gaudio’. Ma gli assegni di reversibilità si pagano in tutta Italia e ci sono situazioni scandalose in Sicilia, come al Parlamento nazionale – ha aggiunto – Noi li abbiamo resi pubblici ed è diventato un caso, sul sito di Camera e Senato invece non sono contemplati gli assegni di reversibilità”.

Già Ardizzone alcuni mesi fa, aveva sollevato la questione, scrivendo anche una lettera a Piero Grasso e Laura Boldrini, presidenti di Senato e Camera, comunicando loro un parere durissimo dell’avvocatura generale dello Stato sui vitalizi ai parlamentari condannati per reati superiori ai 5 anni di reclusione e interdizzone dai pubblici uffici. “La vicenda che ha riguardato l’onorevole Salvatore Cuffaro – scriveva Ardizzone – ha avuto riflessi di natura amministrativa. In considerazione della complessità della questione questa Assemblea ha richiesto un parere all’avvocatura generale dello Stato. Il parere ci è giunto lo scorso 27 ottobre e ha affermato: ‘Il vitalizio dei deputati, pur potendo assumere connotati di tenore previdenziale non trova titolo in un rapporto di lavoro bensì in un mandato pubblico elettivo assimilabile per certi versi alle funzioni onorarie e ad avvisto della scrivente la perdita dell’assegno vitalizio a favore del deputato regionale condannato in via definitiva ad una pena superiore ai 5 anni trova fondamento nel codice penale, rappresentando l’effetto automatico ex lege della pena accessoria della inderdizione in perpetuo dai pubblici uffici”.

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