Arrestato Assange dopo revoca asilo. Wikileaks: violato il diritto internazionale

11 aprile 2019

Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, è stato arrestato dalla Polizia Metropolitana di Londra nell’ambasciata ecuadoriana, e trasferito in commissariato in attesa di essere portato davanti a un giudice: lo ha reso noto la stessa Scotland Yard. La polizia ha precisato di aver agito in conformità con un mandato emesso dalla magistratura britannica e di essere entrata nella sede diplomatica con l’autorizzazione dell’ambasciatore, dopo che il governo di Quito ha deciso di revocare l’asilo concesso ad Assange. Troppe volte Assange ha violato le regole dell’asilo e delle convenzioni internazionali, per questo l’Ecuador “ha agito nell’ambito dei suoi diritti sovrani” quando ha deciso di ritirare l’asilo diplomatico al fondatore di Wikileaks, afferma il presidente ecuadoregno Lenin Moreno. Assange e’ stato arrestato all’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Moreno ha detto: “L’Ecuador ha deciso con diritto sovrano di ritirare l’asilo diplomatico a Julian Assange per le sue ripetute violazioni alle convenzioni internazionali e al protocollo di co-abitazione”.

“L’Ecuador ha revocato illegalmente l’asilo politico concesso in precedenza a Julian Assange in violazione del diritto internazionale” è l’accusa lanciata da WikiLeaks dopo l’arresto del suo fondatore a Londra. Assange era ricercato dalla giustizia britannica dal 2012 per aver violato i termini della libertà vigilata dopo essere stato fermato a Londra per delle accuse di violenza sessuale e stupro in Svezia. Assange si era infatti rifugiato nell’Ambasciata ecuadoriana nel giugno del 2012 acquisendo infine la cittadinanza dell’Ecuador nel 2018; i suoi rapporti con le autorità di Quito si sono progressivamente raffreddati al punto che nel già nel 2016 gli era stato tolto l’accesso a internet dopo che WikiLeaks aveva pubblicato una serie di e-mail riservate dell’allora candidato Democratico alla presidenza degli Stati Uniti, Hillary Clinton. Il fondatore di WikiLeaks si è sempre dichiarato innocente riguardo alle accuse di stupro e abusi sessuali (quest’ultima imputazione è di fatto prescritta), ma teme che Londra possa ora estradarlo negli Stati Uniti a causa della diffusione dei documenti riservati del Dipartimento di Stato, estradizione che Washington non ha comunque finora mai richiesto ufficialmente.

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La settimana scorsa Wikileaks aveva lanciato l’allarme sostenendo che a breve Assange sarebbe stato cacciato dall’ambasciata e quindi arrestato dalle autorita’ britanniche. Quito si era rifiutato di commentare la notizia ma il ministro degli Esteri, Jose Valencia, aveva fatto sapere che il governo stava riesaminando l’asilo che gli era stato concesso. Ieri Wikileaks ha denunciato che il suo fondatore e’ stato oggetto di una sofisticata operazione di spionaggio all’interno dell’ambasciata, al fine di espellerlo o estradarlo. La direttrice, Kristinn Hrafnssonnon, non ha fornito prove delle sue affermazioni ma ha segnalato che lo “sfratto” di Assange sarebbe potuto avvenire in qualunque momento.

Il Cremlino auspica che siano rispettati tutti i diritti del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, arrestato questa mattina a Londra. “E’ stato riferito – ha affermato i portavoce di Putin, Dmitri Peskov, rispondendo a un giornalista che gli chiedeva se la Russia potesse offrire asilo politico al fondatore di Wikileaks – che” Julian Assange “e’ stato arrestato a Londra. Quindi io al momento non posso dire nulla. Certamente ci auguriamo che tutti i suoi diritti siano rispettati”. “La mano della ‘democrazia’ stringe la gola della libertà” ha commentato portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.

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