Ars, sì al tetto stipendi e al vitalizio ai condannati

28 maggio 2014

L’Assemblea regionale siciliana ha approvato la norma che prevede la riduzione del tetto massimo degli stipendi dei manager a 160 mila euro cosi’ come proposto con un emendamento dal Governatore, Rosario Crocetta. La norma riguarda i burocrati della Regione e gli enti collegati, in servizio e in pensione. Sul trattamento economico dei dipendenti dell’Ars e’ in corso un confronto tra il questore Paolo Ruggirello, delegato dall’ufficio di Presidenza, e le organizzazioni sindacali del personale del Parlamento; venerdi’ le parti si ritroveranno attorno al tavolo,

Bocciato, invece, l’emendamento che chiedeva di togliere il diritto al vitalizio ai condannati per reati di mafia. La norma che estendeva la decadenza dal vitalizio anche ai condannati per mafia, era stata presentata dal M5S e controfirmata dal vice presidente dell’Antimafia, Fabrizio Ferrandelli (Pd). Diciotto i voti a favore, 33 i contrari. Il governo aveva dato parere contrario, mentre la commissione Bilancio s’era espressa favorevole a maggioranza.

Ecco invece alcuni interventi in merito al tetto sugli stipendi dei dipendenti pubblici della Regione e degli Enti controllati e sul diritto al vitalizio.

Antonello Cracolici (Pd) – “Già nel 2007 l’Ars ha approvato una mia proposta che fissava un tetto di 250 mila euro agli stipendi, e poi anche alle pensioni: oggi la situazione del nostro Paese è ancora più difficile di allora, non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia e non possiamo far passare l’idea che il Parlamento regionale sia ‘zona franca’ rispetto ai tagli ai cosiddetti ‘stipendi d’oro’. Io continuo a pensare che la materia contrattuale sia ‘sacra’ e debba essere regolata con le parti sociali: ma qui non entriamo nel merito dei contratti, ci limitiamo a chiedere di porre un tetto al di sopra del quale nessun dipendente pubblico in Sicilia possa guadagnare. Il governo nazionale ha indicato il tetto di 240 mila euro, io avevo proposto che in Sicilia si scendesse a 200 mila, il governo e’ sceso ulteriormente a 160 mila: bene, siamo sulla stessa lunghezza d’onda, serve un segnale netto”.

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Fabrizio Ferrandelli (Pd) – “Stabilire un tetto agli stipendi d’oro oppure decidere di abolire il vitalizio ai condannati per mafia non è questione statutaria da affrontare come un qualsiasi azzeccagarbugli: è questione politica, è questione morale. Per questo voterò il subemendamento del governo che stabilisce un tetto di 160 mila euro agli stipendi dei dirigenti e firmerò anche il subemendamento del M5S per abolire il vitalizio ai condannati per mafia. Chiedo al mio partito di votare a favore dei due subemendamenti, perché non si può essere renziani sino a Reggio Calabria, e chiedo soprattutto che si voti a scrutinio palese”. Così il deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli, intervenendo a Sala d’Ercole durante la seduta di oggi.

Mariella Maggio (Pd) – “Inserire un tetto alle retribuzioni di Dirigenti dell’Ars non è parlare alla pancia della gente, come sostiene il presidente Ardizzone, ma è una scelta coerente non solo per la necessità dei tagli da operare ai costi, ma anche per un grande atto di giustizia sociale. Non è possibile che ci siano retribuzioni stratosferiche 10 volte superiori ai normali stipendi dei lavoratori. Bisogna agire con coerenza e trovare le soluzioni giuridiche che permettano di intervenire. Lo stesso Statuto non può divenire un alibi per non fare nulla. In momenti di così grande disagio sociale ognuno di noi deve fare la propria parte”.

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Giancarlo Cancelleri (M5S) – “Non capisco la posizione del presidente dell’Ars Ardizzone e di gran parte dell’Aula. Il parlamento non puo’ legiferare sul codice di procedura penale, ma noi avremmo cosi’ recepito una legge dello Stato e stiamo trattando un campo che ci appartiene perfettamente. Nell’articolo 11 della legge sulla spending review approvata da questo parlamento si prevede la sospensione del vitalizio a coloro che si sono macchiati di reati contro la pubblica amministrazione, mi chiedo quale sia la differenza”.

 

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