Asse Di Maio-Salvini contro “partito dello spread”, vogliono affondarci

Asse Di Maio-Salvini contro “partito dello spread”, vogliono affondarci
Luigi Di Maio e Matteo Salvini
24 febbraio 2019

Nella Lega ma anche nel Movimento 5 stelle sottolineano come sia tornato a farsi sentire “il partito dello spread”, lo stesso – questa la tesi – che poi convinse il governo a ripiegare sul 2,04% del rapporto deficit/Pil, che grida alla manovra correttiva, che spinge le agenzie di rating a soffiare sul fuoco, che punta insomma a far cadere l’esecutivo anche prima delle Europee per inviare un messaggio a tutti i populisti d’Europa. L’Italia dunque – questo il ragionamento che filtra da fonti parlamentari della maggioranza – nuovamente nel mirino, sotto pressione a causa di una sorta di complotto, attaccata da chi teme il cambio degli equilibri nelle istituzione europee. Un ‘refrain’ che ‘big’ M5s e del partito di via Bellerio ripetono sotto traccia, anche per respingere la tesi delle elezioni anticipate.

“Non ci sara’ alcun voto”, ha chiarito il vicepremier M5s; il giudizio di Fitch? “Fantascienza”, ha ripetuto il vicepremier leghista. Sia Di Maio che Salvini sono alle prese con malesseri interni alle due forze politiche. Da una parte il ministro del Lavoro e dello Sviluppo si ritrova a fronteggiare i malpancisti che non hanno gradito il voto sul ‘caso Diciotti’ da parte dei componenti pentastellati della Giunta per le elezioni (altri non vedono di buon occhio neanche la trasformazione del Movimento illustrata dal capo politico); dall’altra il ministro dell’Interno e’ costretto a placare chi si aspettava passi avanti sul percorso dell’autonomia, sulla Tav e sui provvedimenti economici. “Ma l’attacco del sistema – osserva un ‘big’ del Carroccio – rafforza questo governo e il patto tra i due, non lo indebolisce”. Le tensioni sui vari dossier restano e in ogni caso la Lega chiedera’ all’alleato di governo – dopo il voto in Sardegna – di cambiare passo. Di sbloccare per esempio i bandi di gara sulla Torino-Lione e di recuperare il rapporto di fiducia con le imprese.

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“Il timore – spiega un dirigente della Lega – e’ che l’immobilismo M5s e magari una nuova sconfitta al voto di domani possano travolgere anche noi a lungo andare”. Ma il segretario del partito di via Bellerio da tempo, ripetono i suoi, ha indicato la rotta: alleanza con il centrodestra solo alle regionali, a livello nazionale si va avanti con Di Maio. Dunque nessuna ripercussione sull’esecutivo anche se permangono i timori sulla ripresa economica (Giorgetti volera’ nei prossimi giorni negli Stati Uniti per fugare i dubbi degli investitori stranieri). Nel frattempo in settimana partira’ il percorso sul reddito di cittadinanza e su ‘quota cento’. Si prevede l’arrivo di emendamenti del governo ma nella sostanza il ‘decretone’ non dovrebbe essere piu’ modificato. Poi partira’ il rush finale per l’appuntamento di maggio. Con l’obiettivo di rivoluzionare radicalmente l’Europa e uscire dall’operazione isolamento dell’Italia portata avanti – sottolinea sia nella Lega che nel Movimento 5 stelle – da chi ha paura del cambiamento”.

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