Asse Salvini-Grillo, centrodestra in tilt

Asse Salvini-Grillo, centrodestra in tilt
I leader della Lega, Matteo Salvini (sx) e del M5s, Beppe Grillo
31 ottobre 2017

Mai con Renzi, semmai con Grillo. Matteo Salvini continua ad alimentare le fibrillazioni nel centrodestra, ridando linfa a un’alleanza Lega-M5s, archiviata sul nascere in Sicilia, ma viva più che mai per le Politiche. E così, tra conferme, smentite e incontri segreti, il leader della Lega ritorna a porgere la mano ai Cinquestelle: “L’obiettivo è il governo di centrodestra. Ma se all’indomani del voto non dovessimo avere la maggioranza, io non chiamerei mai Gentiloni, Renzi e Alfano, piuttosto alzerei il telefono e chiamerei Beppe Grillo”. Apriti cielo. Il primo attacco a Salvini arriva da Gianfranco Rotondi: “Se vuol fare la fine di Bersani, si accomodi. Noi con Grillo prenderemmo solo un caffe’ perche’ siamo ospitali, ma di politica preferiamo parlare con chiunque, tranne lui”. A dar mano forte al segretario di Rivoluzione Cristiana, Mara Carfagna. “Le discussioni sulle eventuali alleanze dopo il voto lasciano il tempo che trovano, dal momento che il centrodestra unito ha possibilità concrete e tutte le carte in regola per vincere le prossime elezioni politiche e per tornare a governare bene il nostro Paese”, rimarca la portavoce dei deputati di Forza Italia, sottolineando che “il Movimento 5 Stelle ha fallito tutte le prove di governo locale e non va inseguito, mentre tutti i partiti di centrodestra hanno oggi il dovere di condividere un programma chiaro, innovativo e serio”. Il leader del Carroccio, oggi, non è più il giovane militante degli anni Novanta, quando gironzolava negli uffici di via Bellerio. Da allora, tanta acqua è passata dalle sorgenti del Po sul Monviso. Quindi, è chiaro che l’apertura al M5s di Salvini ha un valore principalmente elettorale. Anzitutto è un messaggio per gli elettori leghisti che, delusi dalla prospettiva di un centrodestra unitario, potrebbero essere tentati di votare Cinquestelle. Ma, soprattutto, è un invito a tutti coloro che non vogliono più larghe intese e accordi tra centrodestra e Pd. Tradotto: votate la Lega, perché se saremo primo partito della coalizione saremo noi a decidere cosa fare. Senza contare che Salvini parla di Grillo e non di Luigi Di Maio, delegittimando così il candidato premier dei grillini. Queste le ipotesi. La cronaca, invece, vede uno scontro a distanza tra Luigi Di Maio e lo stesso leader del Carroccio, entrambi in Sicilia a sostenere i rispettivi candidati a governatore: il grillino Giancarlo Cancelleri e Nello Musumeci, sostenuto dal centrodestra. A sbattere la porta in faccia al leghista pensa proprio il candidato premier Cinquestelle. “Se Salvini cerca di rifarsi una verginità politica ammiccando ancora a un’alleanza con noi sbaglia di grosso – sbotta Luigi Di Maio -. Ripeto per l’ennesima volta: il MoVimento 5 Stelle non fa alleanze con i partiti che hanno disintegrato il nostro Paese”. Punto. Per alcuni, appare un gioco delle parti; altri, invece, ci credono. A rendere il tormentone ancor più enigmatico, è una grillina di “peso” come Roberta Lombardi. “Abbiamo molto poco a che spartire con Salvini e sono sicura non ci sia una interlocuzione privilegiata. Noi su alcuni temi ci siamo trovati nelle Aule parlamentari, ho alcuni colleghi della Lega il cui lavoro apprezzo su determinati settori, su altri non ci andrei neanche a colazione, ma questo credo sia un discorso normale e probabilmente anche reciproco”. Come dire, tutto è possibile. Di certo c’è che in Sicilia, Lega e M5s non avranno mai nulla a spartire, come sottolinea lo stesso Salvini da Agrigento: “Vogliamo vincere con le nostre forze e con la nostra coalizione”. E domenica si vota.

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