Assedio a Messina Denaro, fermato il boss del vento

11 dicembre 2018

Assedio a Matteo Messina Denaro. Fermato il boss dell’eolico, fedelissimo del superlatitante ed eseguite perquisizioni a carico di 25 fiancheggiatori. In azione i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani. In manette l’imprenditore Matteo Tamburello, figlio del capomafia di Mazara del Vallo, Salvatore, morto l’anno scorso. Secondo le risultanze dell’inchiesta “Eris”, coordinata dalla Dda di Palermo, e’ uno degli esponenti piu’ ascoltati dai vertici della mafia del territorio. Duecento carabinieri hanno passato al setaccio Castelvetrano, Mazara del Vallo, Campobello di Mazara e Custonaci. Una ulteriore fase della manovra di progressivo depotenziamento dei circuiti di riferimento ed economici.

Matteo Tamburello

Matteo Tamburello

Ai raggi x abitazioni, proprieta’ rurali e imprese, con l’arresto di due degli indagati (Giovanni Como, 48 anni, fratello di Gaspare, cognato di Messina Denaro, e l’imprenditore mazarese Diego Vassallo, 66 anni), trovati in possesso di pistole, e il sequestro di documenti e pc al vaglio degli investigatori. Matteo Tamburello, 56 anni, principale obiettivo del blitz di oggi, e’ l’immagine del potere del superlatitante, tra fedelta’ assoluta e affari. Di lui esponente di spicco di Cosa nostra mazarese, indagato per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale, sono stati documentati solidi rapporti con soggetti riconducibili al reggente del mandamento di Castelvetrano, Gaspare Como, cognato di Messina Denaro, arrestato sempre dal Ros ad aprile nell’operazione “Anno zero”. Le indagini sulla cosca di Mazara hanno ricostruito la fase riorganizzativa degli assetti di vertice e confermato il suo peso strategico nelle dinamiche criminali d’area.

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Tamburello era stato scarcerato nel novembre 2015 dopo aver scontato una condanna quale reggente della mafia mazarese fino al 2006 e sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Mazara del Vallo dove aveva ottenuto un lavoro in una cava di calcarenite. Le indagini hanno svelato che oltre a coordinare la cava, ne era di fatto socio occulto. Soprattutto Tamburello programmava di gestire, direttamente e grazie alla collaborazione di un imprenditore mazarese, sottoposto oggi a perquisizione, “l’affare del vento”: grossi lavori per l’ampliamento di un impianto eolico a Mazara del Vallo: per lui era l’occasione per ripartire e costituiva un vero e proprio piano di infiltrazione mafiosa in uno degli affari piu’ importanti degli ultimi anni in particolare nel Trapanese. Insomma, aveva nuovamente acquisito un ruolo molto attivo nella cosca la cui reggenza tuttavia era stata affidata a Dario Messina, con il quale ha avuto comunque contatti privilegiati, cosi’ come con personaggi di primo piano, tra cui Vito Gondola, reggente del mandamento mazarese, morto a luglio 2017, e Raffaele Urso, al vertice della cosca di Campobello di Mazara.

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