Assenteismo e truffe all’Ospedale “Belcolle” di Viterbo: 23 indagati tra medici, infermieri e ausiliari

31 gennaio 2017

Falso e truffa ai danni dello Stato. Sono queste le accuse per 23 tra medici, infermieri e ausiliari, in servizio presso una Unità Operativa dell`Ospedale “Belcolle” di Viterbo, contestate questa mattina dagli uomini della Guardia di Finanza di Viterbo. I provvedimenti sono stati emessi dalla locale Procura della Repubblica, diretta da Paolo Auriemma. L`attività trae origine da appostamenti e pedinamenti svolti dai militari del Nucleo Pt di Viterbo, che hanno consentito di individuare comportamenti irregolari di personale sanitario del nosocomio viterbese, che facevano risultare la propria presenza sul posto di lavoro in concomitanza con lo svolgimento di altri impegni personali. Successivamente, la Procura della Repubblica di Viterbo, autorizzava le indagini tecniche di videosorveglianza mediante l`istallazione di telecamere, collocate in prossimità degli strumenti di timbratura dei cartellini magnetici per la rilevazione delle presenze.

IL BADGE Gli accertamenti, particolarmente complessi a causa della possibilità, da parte dei dipendenti Asl, di timbrare il badge in diverse postazioni della struttura, sono stati incrociati con gli esiti dell`attività di pedinamento e di analisi dei tabulati telefonici e hanno consentito di monitorare con precisione tutte le effettive presenze e gli spostamenti del personale durante l`orario di lavoro. L`illecito contestato è la truffa aggravata ai danni dello Stato. Le principali irregolarità riguardano le timbrature dei cartellini, con successivo allontanamento, di dipendenti e dirigenti, ovvero la vidimazione effettuata da altra persona. Una pratica tristemente diffusa per alcuni dipendenti, i quali si adoperavano per coprire altri colleghi che restavano a casa o si dedicavano ad altri impegni familiari, pur risultando regolarmente sul posto di lavoro, come il caso di una dipendente intenta a fare spese durante l`orario di ufficio o di un`altra impiegata dedita ad assistere ad una recita di Natale. Sono state esaminate oltre 1.000 posizioni giornaliere.

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GLI STIPENDI Le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria di Viterbo, coordinate dal pm Paola Conti si sono poi concentrate anche su ulteriori gravi condotte, poste in essere da alcuni dipendenti infedeli per ottenere indebite maggiorazioni dello stipendio anche in giornate in cui erano assenti dal posto di lavoro.  Attraverso l`incrocio di documenti acquisiti presso l`Asl di Viterbo e la Regione Lazio è stato, infatti, possibile ricostruire l`ammontare di indennità accessorie indebitamente percepite, negli ultimi 5 anni, da personale medico ed infermieristico in servizio presso tale Unità Operativa, che prevede anche l`assistenza domiciliare del paziente, per prestazioni di fatto mai realizzate. In dettaglio, la frode è stata posta in essere attraverso false attestazioni, mediante le quali dodici indagati, tra medici ed infermieri, hanno indebitamente percepito indennità accessorie allo stipendio per prestazioni domiciliari effettuate in giorni di assenza dal lavoro, oppure gonfiate nella quantità del servizio reso, ovvero effettuate ma rendicontate anche a favore di terzi che non avevano partecipato all`intervento domiciliare, per un importo complessivo pari ad 1,3 milioni di euro.

 

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