Astronomia, da Gaia prime tessere per mappa 3D della Via Lattea

Astronomia, da Gaia prime tessere per mappa 3D della Via Lattea
14 settembre 2016

A 33 mesi dal suo lancio, avvenuto nel dicembre 2013, e a poco più di due anni dall’inizio della sua missione scientifica, Gaia svela le sue prime immagini dallo spazio. L’Esa ha presentato oggi i primi risultati delle osservazioni del telescopio spaziale, confermando la precisione delle sue misurazioni che consentiranno di realizzare l’obiettivo per cui la missione è stata pensata: ottenere una mappa tridimensionale di oltre un miliardo di stelle della nostra galassia e rispondere così a molte domande su origine ed evoluzione della Via Lattea. I primi dati del telescopio spaziale – relativi al primo anno di osservazione da luglio 2014 a settembre 2015 – sono stati resi pubblici e illustrati oggi dall’Agenzia spaziale europea in un incontro organizzato al centro Esa-Esac di Madrid e seguito in collegamento dalla sede dell’Agenzia spaziale italiana a Roma – dove si trova l’Asi Science Data Center (ASDC) che gestisce l’analisi dei dati di Gaia – alla presenza di rappresentanti dell’Agenzia, dell’Istituto nazionale di astrofisica e dell’ASDC. Gaia si dimostra in grado di ottenere dati astrometrici con una precisione duecento volte maggiore di quelli del suo predecessore Hipparcos e informazioni astrofisiche sulla luminosità nelle diverse bande spettrali che permetteranno di studiare in dettaglio la formazione, la dinamica, la chimica e l’evoluzione della nostra galassia. Sarà anche possibile individuare pianeti extrasolari e osservare asteroidi, galassie e quasars.

Gaia fornirà nel tempo un’enorme mole di dati che saranno resi disponibili alla comunità scientifica e a quanti li vorranno analizzare. Ben sei centri, dei veri e propri “stargate”, sono distribuiti in tutta Europa per la raccolta e la distribuzione di questi dati. E uno si trova nel nostro paese, all’Altec (joint venture di Thales Alenia Space e Asi) di Torino, dove viene raccolta e archiviata l’enorme mole di dati prodotti dal telescopio Gaia, e collegato con l’ASI Science Data Center, che gestisce l’analisi dei dati. La missione è finanziata dall’Esa tranne che per il trattamento dei dati di cui si fa carico la comunità astronomica europea attraverso il Data Processing and Analysis Consortium (DPAC) a cui l’Italia, con Asi e Inaf (8 osservatori coinvolti), partecipa in modo rilevante. Anche l’industria con Leonardo-Finmeccanica è presente nella missione. Il gruppo ha fornito tra l’altro il sensore stellare A-STR (Autonomous Star Tracker) che permette il controllo di assetto del satellite con la massima accuratezza, i prismi del telescopio in quarzo purissimo e i pannelli dispiegabili per proteggere Gaia dal calore del sole. Thales Alenia Space (joint venture tra Thales e Leonardo) ha progettato e sviluppato per la missione GAIA il trasponditore in banda X e il modulo di interconnessione del satellite così come l’Unità Distribution Clock (CDU).

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