Attacchi a Teheran, ipotesi Isis o Mujaheddin del Popolo. Si apre nuovo fronte della jihad

7 giugno 2017

Isis o Mujaheddin del Popolo Iraniano? In attesa di conferme sulla matrice del duplice attacco a Teheran, le due ipotesi che emergono sono di un’azione dell’Isis o dei Mujaheddin, oppositori del regime iraniano, fuorilegge nel Paese degli Ayatollah. L’Isis ha rivendicato gli attacchi a Teheran per i quali si contano finora dodici morti e trentanove feriti. “Combattenti dello Stato islamico hanno attaccato il mausoleo di Khomeini e il parlamento” di Teheran, ha riferito Amaq, l’agenzia stampa ufficiale dello Stato Islamico. Notizia accolta con una pioggia di critiche e accuse di “propaganda” dai social network iraniani, dove gli utenti sostengono che l’Iran è in grado di difendersi dallo Stato islamico e i jihadisti non hanno possibilità di colpire all’interno del Paese. C’è poi la teoria di un attacco coordinato lanciato dai Mujaheddin del Popolo Iraniano. Sulla scia di voci su uno degli attentatori entrato in azione al mausoleo di Khomeini, che si sarebbe infatti suicidato ingerendo una sostanza velenosa, il sito AsrIran – di solito bene informato – sostiene che i membri dei due gruppi che hanno sferrato gli attacchi potrebbero essere dei Mujaheddin del Popolo Iraniano, formazione armata che si oppone al regime iraniano. Informazioni tutte da confermare, anche se la scelta dei luoghi colpiti, altamente simbolici, è caratteristica degli attacchi firmati dallo Stato islamico, mentre appare difficile che oppositori interni si lancino in azioni contro un luogo sacro per la maggioranza del popolo iraniano come è il mausoleo dell’imam Khomeini.

LA CRONACA

Isis in azione a Teheran: con due attacchi in rapida successione a luoghi altamente simbolici, il parlamento e il mausoleo dell’imam Khomeini, lo Stato islamico rivendica quella che sarebbe la sua prima azione nel Paese degli Ayatollah. Il terrore nella capitale iraniana è scattato in mattinata, quando due commando, entrambi per quanto si sa al momento formati da quattro persone, hanno fatto irruzione nel Majlis, il parlamento che si trova in centro e nel mausoleo del padre della Rivoluzione, che è invece nel Sud della città. Qui hanno aperto il fuoco con armi automatiche, colpendo chiunque si ritrovassero di fronte. Una donna kamikaze si è fatta esplodere presso la tomba di Khamenei mentre altri due attentatori suicidi si sono fatti saltare in aria nel parlamento, il quarto invece è stato ucciso prima di azionare la sua cintura esplosiva. Il bilancio è al momento dodici morti e trentanove feriti. Secondo le autorità iraniane, che hanno convocato un vertice d’emergenza del Consiglio di Sicurezza, un terzo commando è stato bloccato prima che entrasse in azione e gli attacchi sono da considerare “coordinati”. In tarda mattinata, ha riferito l’agenzia ufficiale Irna, le forze di sicurezza hanno circondato uno degli edifici amministrativi del parlamento, cosa che pare smentire le notizie sulla situazione tornata sotto controllo diffuse prima. Non si hanno nuove informazioni su quattro ostaggi che sarebbero stati bloccati dai terroristi dentro il parlamento. L’Isis, tramite la sua agenzia Amaq, ha precisato che “due martiri hanno fatto detonare le loro cinture esplosive” nella capitale iraniana. Se confermato, nel Paese sciita si apre un nuovo, minaccioso fronte della jihad condotta dal gruppo jihadista sunnita.

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