Banca centrale europea, giovedì direttorio con rischi globali ma anche caso Italia

Banca centrale europea, giovedì direttorio con rischi globali ma anche caso Italia
Mario Draghi
23 ottobre 2018

Oltre al giudizio della Commissione europea e a quello dell’ultima delle tre grandi agenzie di rating, Standard & Poor’s, che si prevede dica la sua venerdì, questa settimana la manovra potrebbe finire nei radar anche della Banca centrale europea. Con ogni probabilità il presidente Mario Draghi si vedrà nuovamente rivolgere domande sul tema, nella conferenza stampa esplicativa di giovedì, al termine del Consiglio direttivo.

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Draghi è già intervenuto più volte sulla questione, prima richiamando la politica della Penisola a misurare le parole dopo che diverse dichiarazioni dei mesi passati hanno già causato “danni” in termini di rialzi sui rendimenti dei titoli di Stato, innescando speculari rincari sui costi dei nuovi presti che le banche fanno pagare a imprese e famiglie. Successivamente, in occasione delle assemblee annuali di Fmi e Banca Mondiale a Bali, Draghi aveva richiamato “tutti”, non solo l’Italia quindi, ad “abbassare i toni” sulla manovra (dopo scambi a distanza particolarmente polemici tra esponenti della Commissione europea e del governo).

Inoltre, il capo della Bce ha fornito chiarimenti su un punto rilevante, quello della possibilità che a fronte dei continui rialzi di tassi sui tutoli italiani l’istituzione azioni il suo scudo anti spread, l’Omt, finora mai utilizzato. Presupporrebbe una richiesta formale da parte del Paese interessato ma concordando un piano di correzione e aiuti con la Commissione e il Fondo salva stati, l’Esm. Quindi bisognerebbe accettare un serrato negoziato con la Troika praticamente su ogni singolo provvedimento di bilancio. Qualcosa di molto intrusivo, altroché il semplice negoziato attuale con l’Ue, che riguarda solo ammontare di deficit e debito.

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A parte il caso Italia, la Bce ha diversi altri temi attinenti alle sue responsabilità di politica monetaria su cui confrontarsi. A cominciare dalla dinamica della crescita globale e dell’area euro e dei crescenti rischi di rallentamento che si sono evidenziati su più versanti. Perché si sta avvicinando la conclusione del programma di acquisti netti di titoli, al termine del quale il quantitative easing dell’istituzione proseguirà unicamente per “inerzia”, con il riacquisto delle emissioni già accumulate e che progressivamente giungono a scadenza.

Giovedì comunque non sono attese decisioni sui tassi di interesse, che la stessa Bce ha precisato di contare di lasciare a zero almeno fino all’estate del 2019. Né sono attese variazioni sullo stop agli acquisti netti di titoli, preventivato per la fine di dicembre (se i dati continueranno a confermare lo scenario previsionale della Bce). Le decisioni di politica monetaria verranno comunicate alle 13 e 45, al termine del Consiglio direttivo, e illustrate da Draghi alle 14 e 30. I banchieri centrali si ritroveranno mercoledì sera, per la consueta cena informale che precede la riunione del Consiglio.

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