Il bancario tra i più precari, via 12mila lavoratori in 3 anni. In 2020 fuori altri 16mila

Il bancario tra i più precari, via 12mila lavoratori in 3 anni. In 2020 fuori altri 16mila
9 agosto 2016

“In 3 anni, dal 2013 al 31 marzo 2016, dai gruppi bancari italiani sono usciti 11.988 lavoratori e altri 16.109 sono pronti ad uscire entro il 2020 in base agli accordi sindacali sugli ultimi piani industriali. Di questi 8.928 sono potenzialmente prepensionabili”. Lo dichiara Lando Maria Sileoni, segretario della Fabi, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari. “Dal 2009 al 2016 – aggiunge – sono stati tagliati sul territorio 3.972 sportelli, di cui 1.697 nell’ultimo triennio. In particolare nelle 5 maggiori banche italiane recentemente sottoposte a Stress test dell’Eba, Intesa, Unicredit, Mps, Banco Popolare e Ubi, dal 2009 al 2015 sono state chiuse o cedute 4.439 filiali”.

“Quanto agli organici delle banche italiane, ad oggi risultano composti prevalentemente da lavoratori tra i 46 e i 55 anni, in maggioranza dirigenti e quadri direttivi (vedi tabella allegata). Questa la composizione anagrafica nel dettaglio al 31 dicembre 2014: lo 0,3% ha meno di 21 anni, lo 0,6%, ha tra i 21 e i 25, il 4,5% tra i 26 e i 30, l’11,2% tra i 31 e i 35, il 13,6% tra i 36 e i 40, il 17,1% tra i 41 e i 45, il 18% tra i 46 e i 50, il 18,4% tra i 51 e i 55, il 13,8% tra i 56 e i 60, il 2,7% tra i 61 e i 65, infine gli over 65 rappresentano lo 0,0%”, afferma ancora Sileoni. In 10 anni nei 14 principali gruppi bancari italiani i piani industriali sono cambiati o sono stati aggiornati in media 3,5 volte, media che sale a 4 se si considerano i 5 maggiori gruppi creditizi , Intesa, Unicredit, Mps, Banco Popolare e Ubi.

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