Banche venete, Bruxelles approva aiuto di Stato per la liquidazione

Banche venete, Bruxelles approva aiuto di Stato per la liquidazione
26 giugno 2017

La Commissione Ue ha approvato, “in linea con le regole Ue”, le misure adottate dal governo italiano per facilitare la liquidazione delle due banche venete (Popolare di Vicenza e Veneto Banca) secondo la legge fallimentare italiana, compreso l’aiuto di Stato da 4,785 miliardi di euro (per la riduzione e il trasferimento e integrazione delle attività e del personale dei due istituti falliti in Intesa Sanpaolo), e le garanzie pubbliche per circa 12 miliardi di euro per il finanziamento della massa di liquidità di cui Intesa avrà bisogno per completare l’operazione. “L’Italia considera che l’aiuto di Stato è necessario per evitare perturbazioni economiche in Veneto, a seguito della liquidazione delle due banche”, spiega la Commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager in un comunicato pubblicato in serata a Bruxelles dall’Esecutivo comunitario, aggiungendo che “la decisione della Commissione consentirà all’Italia di sostenere la vendita di alcune attività delle due banche e il trasferimento dei dipendenti all’acquirente Intesa Sanpaolo”. A seguito della dichiarazione del 23 giugno con cui la Bce, come autorità europea di vigilanza bancaria, aveva definito le due banche venete “fallite o in via di fallimento”, e dopo la decisione del Srb, il Board del Meccanismo unico europeo di risoluzione bancaria (Ssm) di non procedere alla loro risoluzione perché non sarebbe nell’interesse pubblico, era ormai il diritto nazionale, sottolinea la Commissione, che doveva essere applicato dalle autorità competenti italiane per procedere alla liquidazione dei due istituti di credito. “In queste circostanze – prosegue la nota di Bruxelles -, se lo Stato membro considera che il sostegno pubblico è necessario per mitigare gli effetti dell’uscita delle banche dal mercato, si applicano le regole Ue sugli aiuti di Stato, e in particolare la Banking Communication del 2013” della Commissione, che “richiede la piena partecipazione ai costi da parte dei detentori di azioni e di obbligazioni subordinate” delle banche messe in liquidazione, secondo il cosiddetto “burden sharing”.

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Inoltre, “devono essere limitate le distorsioni della concorrenza” causate dall’aiuto di Stato. La Commissione conferma che, invece, “i detentori di obbligazioni privilegiate e i depositanti restano pienamente tutelati, in linea con le regole Ue” (questo perché si tratta di una liquidazione, non di un salvataggio interno, o ‘bail-in’, ndr).
A questo proposito, Vestager ha sottolineato nella nota che in questi due casi “i detentori di azioni e di obbligazioni subordinate hanno contribuito pienamente, riducendo così i costi per lo Stato italiano, mentre i depositanti restano pienamente tutelati”. Inoltre, ha aggiunto la commissaria, “queste misure rimuoveranno crediti deteriorati per 18 miliardi di euro dal settore bancario italiano, e contribuiranno al suo consolidamento”. Entrambe le banche venete saranno dunque liquidate e usciranno dal mercato, mentre “le loro attività, trasferite a Intesa Sanpaolo, saranno ristrutturate e significativamente ridotte dall’acquirente”. Queste due circostanze combinate “limiteranno la distorsioni della concorrenza causate dall’aiuto di Stato”, spiega ancora la Commissione nella sua nota, secondo cui “la conseguente profonda integrazione da parte di Intesa riporterà alla sostenibilità le parti vendute” delle due banche venete liquidate. La Commissione ha anche confermato che “le misure di sostegno pubblico non costituiscono aiuto di Stato a Intesa”, dato che l’acquirente è stato “selezionato in base a un processo di vendita aperto, equo e trasparente, pienamente gestito dalle autorità italiane”, che ha assicurato che le attività delle due banche venete “sono state vendute al miglior offerente”. In effetti, l’unico offerente, visto che nessun altro ha voluto correre il rischio.

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