Banda ultralarga, Italia al palo. Solo il 4,4% di abitazioni è coperto

Banda ultralarga, Italia al palo. Solo il 4,4% di abitazioni è coperto
6 agosto 2017

Italia in ritardo sulla banda ultralarga: a oggi solo il 4,4% delle unita’ immobiliari (il 2,8% dei civici) e’ coperto da fibra. Non solo, dall’ultima consultazione del governo emerge che gli investimenti privati rallentano, con la nascita di nuove aeree in cui dovrebbe intervenire il pubblico. Nel dettaglio, secondo i dati forniti da Infratel e Mise che comprendono sia le aree bianche sia le aree grigie e nere, l’accesso alla banda ultralarga a 30 Mbps riguarda a oggi il 41,7% delle unita’ immobiliari (contro il 76% della popolazione dell’Europa) e alla banda a 100 Mbps (fibra) il 4,4% delle unita’ immobiliari (contro il 24% della popolazione europea). Il 99,1% della popolazione nel nostro Paese ha accesso alla banda larga 2-20 Mbps, contro il 100% dell’Europa. L’obiettivo e’ portare entro il 2020 la banda ultralarga a 30 Mbps per tutti i cittadini, di cui la meta’ sia abbonata a servizi a 100 Mbps. Dopo le consultazione pubbliche con gli operatori di settore partite nel 2015 il governo ha mappato l’Italia dividendola in tre zone: aree nere con investimenti forti, aree grigie con investimenti medi e aeree bianche, senza alcun investimento privato, le cosiddette ‘a fallimento di mercato’. Riguardo alle sole aree grigie e nere, dall’ultima consultazione pubblica 2017 per l’aggiornamento della mappatura di queste aree, emerge che gli investimenti privati rallentano: non crescono quelli per la copertura oltre i 100 Mbps in download e 50 Mbps in upload mentre diminuiscono fortemente quelli per i 30 Mbps in download e 15 Mbps in upload con la conseguente nascita di nuove aree bianche pari all’8,2% del totale delle unita’ immobiliari italiane nel 2020 (ovvero l’11% delle unita’ interessate dalla consultazione). 

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Dunque, sottolineano dal Mise, si profila la necessita’ di intervento anche nelle aree grigie, oltre in quelle bianche, proprio perche’ gli investimenti privati non sono sufficienti a garantire lo “step change” a connessioni oltre i 100 Mbps necessari per raggiungere tutti gli obiettivi europei e del piano. Gli operatori che, a livello nazionale e locale, hanno risposto alla consultazione (partita il primo marzo 2017 e conclusasi il 15 maggio 2017) sono stati 31. Su 19 milioni di numeri civici, in cui risultano presenti 25,5 milioni di unita’ immobiliari, il livello di copertura attuale (dati di marzo 2017) e’ risultato essere pari al 2,8% per i servizi over 100 (sara’ del 21,7% nel 2020); del 50,8% per i servizi over 30 (59,9% nel 2020); mentre il 46,5% dei civici in oggetto non dispone di servizi a banda ultralarga (18,5% nel 2020). A oggi quindi solo il 2,8% dei civici e’ raggiunto dalla fibra. Al 2020 si prevede dunque nelle aree in consultazione che il 21,6% dei civici avra’ la fibra fino a casa, il 59,9% fino al cabinet e il 18,5% non sara’ coperto. Dunque il 78,4% dei civici non sara’ raggiunto dalla fibra. Se invece prendiamo in considerazione le unita’ immobiliari (25,6 milioni) il 34% avra’ la fibra fino a casa, il 55% fino al cabinet, e l’11% non avra’ alcuna copertura. La situazione nazionale al 2020 prevede che su i 32 milioni di civici il 13,4% avra’ la fibra oltre 100 Mbps, il 37% oltre 30 Mbps, il 38,2% sara’ oggetto di investimenti pubblici sottoposti ai bandi del governo, l’11,4% non coperto. Guardando alle unita’ immobiliari (36 milioni) il 24% avra’ la fibra, il 38% oltre 30 Mbps, il 30% oggetto di bandi e l’8% nulla. Quindi almeno il 40% delle UI (unita’ immobiliari) sara’ raggiunto dalla fibra, l’obiettivo del piano del governo e’ l’85%. Il 3 marzo 2015 infatti, il governo ha approvato, in coerenza con l’Agenda Europea 2020, la Strategia Italiana per la banda ultralarga e promosso il suo sviluppo attraverso la semplificazione del quadro normativo, la creazione di nuovi driver di sviluppo, l’utilizzo di incentivi fiscali, la riduzione dei costi di installazione.

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In particolare la strategia intende portare: connettivita’ ad almeno 100 Mbps fino all’85% della popolazione italiana, garantendo al contempo una copertura ad almeno 30 Mbps in download a tutti cittadini entro il 2020; copertura ad almeno 100 Mbps di sedi ed edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare); banda ultralarga nelle aree industriali. Le fonti di finanziamento per le aree bianche sono pari a circa 5 miliardi di euro di fondi pubblici nazionali al 2020. Il governo ha gia’ assegnato i primi due bandi per le aree bianche a Open Fiber. Il primo a giugno scorso (1,4 miliardi) riguarda 6 regioni (Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto). Sono coinvolti 3.000 comuni con circa 4,6 milioni di unita’ immobiliari da coprire e oltre 7 milioni di cittadini. L’offerta di Open Fiber prevede che circa 4,2 milioni di unita’ immobiliari vengano coperte da fibra. Su questo bando hanno gravato 12 ricorsi da parte di Telecom Italia. Il secondo (1,25 miliardi) e’ stato assegnato lo scorso 26 luglio e riguarda 11 regioni: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Prov. Autonoma di Trento, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia. Gli interventi che Open Fiber sara’ chiamata a realizzare consentiranno di portare la banda ultralarga in 3.710 comuni italiani, coinvolgendo 3,150 milioni di unita’ immobiliari. La rete sara’ data in concessione per 20 anni e rimarra’ di proprieta’ pubblica. Il piano strategico per la banda ultralarga e’ coordinato dalla presidenza del Consiglio tramite il Comitato per la diffusione della banda ultralarga (Cobul), composto dalla presidenza del Consiglio dei ministri, ministero dello Sviluppo Economico, Infratel e AgID (Agenzia per l’Italia Digitale), che ha definito la strategia nazionale e ne monitorera’ la corretta attuazione. Il Mise, attua le misure definite per la strategia nazionale, anche avvalendosi della sua societa’ in-house Infratel Italia, e coordina le attivita’ di tutti gli attori pubblici e privati coinvolti. Sara’ il Mise a gestire il catasto del sotto e sopra suolo che includera’ anche i dati funzionali al monitoraggio della strategia stessa. Il Cobul collabora per l’attuazione e il monitoraggio della strategia con il ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nell’ambito del Fondo Agricolo per lo sviluppo rurale che ha dedicato al Piano quota delle proprie risorse.

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I DATI REGIONE PER REGIONE 

                                  OGGI                                              2020
REGIONE          30 MBPS    100 MBPS      30 MBPS    100 MBPS
ABRUZZO          10,6%      2%                    100%      30,7%
BASILICATA       58%        1,7%                 100%      13,5%
CALABRIA         77,2%      3,4%                 100%      15%
CAMPANIA         65,5%      14%                 100%      33,8%
E. ROMAGNA   36,6%      13%                  100%      41,3%
FRIULI VG        22,6%      0%                   100%      32,2%
LAZIO                54,5%      21,6%               100%      46,3%
LIGURIA            35,3%      14%                 100%      35,1%
LOMBARDIA      22,6%      25%              100%      45,2%
MARCHE           16,1%      1%                    100%      29,2%
MOLISE           16,9%      2,1%                  100%      19,5%
PIEMONTE      26,7%      13%                 100%      37,1%
PUGLIA             79%        4,9%                100%      25,8%
SARDEGNA      10,4%      0%                  100%      28,1%
SICILIA              67,1%      5,7%               100%      26%
TOSCANA          31,7%      5,2%               100%      41,1%
TRENTINO-BZ  17,7%      7%                 100%      29,7%
TRENTINO-TN   8,6%       1%                100%      39,5%
UMBRIA               17,1%      0%               100%      28,3%
VALLE D’AOSTA 1,2%       0%               100%      21,5%
VENETO                24,2%      4,1%           100%      32,7%

 

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