Di Battista-Di Maio: on the road verso Strasburgo per cambiare Ue

15 gennaio 2019

Inizia su un mini van nero in diretta Facebook e una breve apparizione all’esterno dell’Europarlamento la campagna elettorale per le europee del Movimento 5 stelle. Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista partono in macchina dall’Italia in mattinata, raggiungono Strasburgo nel pomeriggio e dal piazzale all’esterno dell’Eurocamera dove sta per iniziare la sessione plenaria, annunciano il lancio di un manifesto e di una alleanza europea “ne’ di destra ne’ di sinistra” con alcune forze politiche che condividono la stessa visione dell’Europa.

I due leader del Movimento attaccano la Ue che o “si mette in testa che si cambiano i trattati o crolla”, prevedono che le prossime elezioni europee saranno uno ‘tsunami’ politico pari a quello del 4 marzo e bollano come “uno spreco e una marchetta ai francesi” l’esistenza di due sedi del Parlamento europeo a Bruxelles e Strasburgo. Di Maio e Di Battista non incontrano i parlamentari europei pentastellati, l’operazione ‘Europa’ si svolge quasi tutta via social e all’interno dell’auto. Lo stesso staff di Strasburgo del M5s ammette di non sapere nulla dell’agenda dei due che a quanto risulta non hanno avuto contatti nemmeno con esponenti di altre formazioni politiche.

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Ma il capitolo alleanze e’ delicato: lo scopo e’ creare una rete per arrivare al dopo elezioni con un gruppo a Strasburgo che abbia un peso sufficiente per fare da contraltare all’alleato leghista, dato dai sondaggi in crescita esponenziale. Per formare un gruppo parlamentare a Strasburgo servono minimo 25 eurodeputati di sette diverse nazionalita’, al momento i 5 stelle, orfani dell’Ukip di Nigel Farage causa Brexit, arrivano a 4 e con forze politiche che non e’ detto che superino il quorum del 4% necessario per mandare degli eletti in Europa. I tre leader che Di Maio ha incontrato a Bruxelles la settimana scorsa e su cui conta per fondare l’alleanza sono il polacco Pawel Kukiz, ex frontman di una rock band, su posizioni antiabortiste e capo del gruppo di destra Kukiz ’15, la finlandese Karolina Kahonen, del movimento Liike Nyt, e il croato Ivan Sincic del movimento euroscettico ‘Scudo umano’.

Formazioni, salvo forse la croata, il cui appeal elettorale non sembra irresistibile. Ma i vertici del M5S ci credono e ai giornalisti che glielo fanno notare Di Battista risponde con una battuta: “Non ci avete sempre preso in queste cose, quando fate cosi’ portate bene”. “Dei movimenti con cui stiamo facendo un accordo il piu’ scarso ha il 10%”, aggiunge Di Maio. “Alcuni movimenti li abbiamo incontrati gia’ a Bruxelles, con altri siamo in contatto – dice ancora Di Maio a fine giornata – io credo che ci siano i numeri per costruire un gruppo parlamentare europeo ne’ di destra ne’ di sinistra che si fonda sul principio di una democrazia piu’ partecipata e diretta, piu’ legata al diritti del lavoro e sociali”. Un Rassemblement che nelle intenzioni e negli auspici del vicepremier dovrebbe comprendere anche i Gilet Gialli francesi, malgrado le ripetute prese di distanza del movimento d’oltralpe. “Avremo contatti e li incontreremo – dice Di Maio – poi decideranno loro se scendere in politica o no”.

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